Stretta sorveglianza intorno alla casa del dissidente mongolo Hada

Le autorità cinesi nella regione settentrionale della Mongolia interiore hanno messo sotto sorveglianza un noto dissidente di etnia mongola, prima dell’importante congresso politico di Pechino.

Hada è stato incarcerato per 19 anni per il suo attivismo a favore delle comunità mongole e sua moglie Xinna ancora supporta i diritti dei pastori nelle controversie sulle praterie della regione. Hanno comunicato che giovedì scorso un gruppo di pastori mongoli, che erano venuti a chiedere consigli su una disputa su un pezzo di terra, sono stati mandati via dalla loro casa dalla polizia di sicurezza statale.

La coppia è ora marcata stretta, anche da funzionari di polizia mongoli che parlano la loro lingua.

La polizia ha inoltre aggiunto dei turni di sorveglianza alle sentinelle che controllano il quartiere dove Hada vive da dopo il suo trasferimento dal carcere agli arresti domiciliari.

“Si sono spostati nel corridoio esterno, e nell’appartamento di fronte”, ha detto. “Al pomeriggio di solito mi piace passeggiare per circa un’ora, ma ultimamente molte persone mi seguono”.

“Sono molto inquiete, si potrebbe dire che mi stanno attaccate come sanguisughe”, ha proseguito Hada, che ha dichiarato che la sicurezza extra probabilmente è legata al prossimo congresso quinquennale del Partito comunista cinese del 18 ottobre.

Le autorità hanno anche bloccato i cancelli principali del complesso residenziale, costringendo tutti a entrare e uscire attraverso una porta più piccola, ha detto la coppia a RFA.

“[Giovedì], pastori provenienti da tutta la regione sono venuti a vedere Hada”, ha detto la moglie Xinna a RFA. “Erano già registrati, e stavano per entrare nell’appartamento, quando tre poliziotti in borghese sono avvicinati e in malo modo hanno vietato ai pastori di entrare”.

“Non avevano ancora mostrato alcun documento”.

Un video dei cancelli del complesso residenziale ripreso da Xinna mostra svariati ufficiali di sicurezza in uniforme che controllano le persone che entrano ed escono da una porta laterale.

Xinna ha anche ripreso due degli ufficiali in borghese, vestiti in abiti casual senza alcuna identificazione ufficiale evidente, e che non assomigliano alla polizia di sicurezza di stato ben vestita che si vede spesso pattugliare le strade della Cina durante i periodi considerati di allerta.

“Hada non è ancora libero, nemmeno di ricevere visitatori”, ha detto Xinna. “Faccio questo video per avere delle prove, per far sapere a tutto il mondo come le azioni della polizia di sicurezza statale sono spudorate e illegali”.

Sorveglianza e altre restrizioni

Il mese scorso, le autorità anno revocato definitivamente l’accesso alla coppia al popolare servizio di chat per smartphone, WeChat, poichè accusati di utilizzare i social media per “diffondere voci malevole”.

Xinna ha aiutato un numero indefinito di pastori mongoli a presentare le proprie istanze alle autorità e a trovare avvocati per salvaguardare i loro diritti alle terre tradizionali di pascolo, che sempre più spesso vengono assegnate a migranti cinesi o a società statali.

Il sessantunenne Hada, che attualmente vive in un appartamento della polizia a Hohhot, capitale regionale della Mongolia Interna, è stato rilasciato dalla detenzione extragiudiziale a dicembre 2014, quattro anni dopo il termine della sua condanna a 15 anni per “separatismo” e “spionaggio”, ma continua a essere soggetto a stretta sorveglianza della polizia e a numerose restrizioni, tra cui il divieto di viaggiare e ad avere i conti bancari congelati.

Hada ha messo in discussione la sua presunta “confessione” delle accuse, dicendo che è stata ottenuta sotto tortura e dopo che gli sono stati somministrati farmaci non identificati.

Ha anche detto che si aspetta di rimanere imprigionato fino a quando il Partito Comunista Cinese resterà al potere.

L’elettricità e il riscaldamento dell’appartamento della coppia sono mantenuti spenti, e hanno rifiutato le richieste di sussidi sociali dal governo, perché se accettati pongono delle condizioni.

I mongoli, che rappresentano quasi il 20% della popolazione di 23 milioni di persone della Mongolia Interna, sempre più protestano contro l’estesa distruzione ambientale e le politiche di sviluppo ingiuste nella regione.

Scontri tra le imprese minerarie o forestali sostenute dalle autorità cinesi e le comunità di allevatori sono all’ordine del giorno nella regione, che confina con il paese indipendente della Mongolia.

Hada ha detto che gli sgomberi ormai comuni di pastori provenienti dalle terre di pascolo tradizionali, spesso nel nome della protezione ecologica, fanno parte di un calcolo programmato di pulizia etnica nella regione.

Traduzione di Andrea Sinnove, LRF Italia onlus


Fonte: RFA, 22 settembre 2017

English Article: RFA, Security Tightens Around Home of Ethnic Mongolian Dissident Hada

 

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