Sfida economica e sfida ideologica del modello cinese
L’affermarsi sulla scena mondiale del modello cinese, un’autocrazia fondata su un assolutismo comunista che ha abbracciato un capitalismo senza troppe regole – ha fornito un’attraente alternativa al modello occidentale di capitalismo che puo’ fiorire solo in un contesto democratico e liberale. Questo è il concetto molto ben espresso da Peter Schiesser “Azione” (12.2. 2018).
Un’indagine svolta in 28 nazioni dalla Edelman communications e riportata sul “New York Times” (7.2.2018), spiega che nel 2017 la fiducia nel governo cinese è cresciuta di 8 punti a 84%, mentre la fiducia nelle istituzioni americane ha subito un crollo di 14 punti portandosi al 33%.
Quindi la sfida lanciata dalla Cina all’Occidente sta allargando il suo perimetro andando a toccare anche la sfera ideologica ed il governo di Xi è particolarmente abile nell’utilizzare forme di influenza, pressione e ricatto economico nei confronti dei paesi geograficamente piu’ vicini o economicamente deboli.
E’ sconcertante ed allarmante che appaia cosi’ attrattivo un modello in cui stato di diritto e diritti umani, siano concetti inesistenti. Noi siamo cresciuti con l’ideale della democrazia che si esprime su tre livelli: libertà civile, libertà politica e libertà sociale. Queste tre libertà sono anche l’espressione di un preciso concetto di vita. E noi stiamo dilapidando questo patrimonio a danno del futuro dei nostri figli.
Tra i tanti errori commessi dall’occidente credo che quello piu’ letale sia ben sintetizzato dalle parole espresse da Ilary Clinton durante un viaggio in Cina nel 2009 : “i diritti umani non devono interferire con i rapporti economici”. Credo che anche un bambino capirebbe la forte correlazione tra questi elementi. Ma è sconcertante notare che dopo dieci anni, la signora Clinton ha continuava a ripetere lo stesso errore commesso nel 1999, quando vennero stabiliti i criteri e le regole alla base del famoso processo di globalizzazione. Infatti allora vennero del tutto trascurati fattori come i DIRITTI SOCIALI e le TUTELE AMBIENTALI, generando in questo modo gravi squilibri e concedendo enormi vantaggi competitivi alle produzioni Made in China (Federico Rampini- Azione 5.2.2018). Mi sembra che nel 1999 fosse in corso il secondo mandato presidenziale del marito Bill Clinton.
Dobbiamo prendere atto che a causa di questi importanti errori strategici, la Cina non si è adattata al mondo ma è il mondo che si sta sempre piu’ adattando alla Cina, anche grazie alla sua capacità di influenzare in modo determinante il nuovo ordine mondiale in via di definizione. Peccato che a questo progetto manchino quegli ingredienti fondamentali, citati prima, a cui noi siamo stati abituati e a cui non abbiamo nessuna intenzione a rinunciarvi.
Marzio Ammendola,27/02/2018
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