ONU consegna lista di nomi di attivisti alla Cina

Ginevra: l’Alto commissariato per le Nazioni Unite ha consegnato alla Cina i nomi di quattro attivisti per i diritti umani in lista per partecipare a una sessione del Consiglio dell’Alto Commissariato. Stando a quanto scritto in una lettera di rimostranze mandata ieri dalla ONG UN Watch al presidente dell’Alto Commissariato, Zeid Hussein, non è nemmeno la prima volta che avviene un fatto così grave.
Nell’immagine Ti-Anna Wang, un’attivista per i diritti umani, che UN Watch ha portato a testimoniare, è stata minacciata dalla polizia cinese a marzo 2014.
Il direttore della ONG, con sede a Ginevra, Hillel Neuer, ha presentato le sue rimostranze verso svariate infrazioni della Carta ONU e di altre regole, all’alba della sua udienza davanti al Senato statunitense. Egli presenterà un quadro delle politiche statunitensi in relazione all’Alto Commissariatoe agli altri dipartimenti afferenti.
Nikki Haley, ambasciatore degli Stati Uniti presso l’ONU, in copia alla lettera, terrà un discorso al Concilio a giugno, dopo un attento monitoraggio, dato che l’amministrazione sta valutando la possibilità di lasciare l’ente, composto di quarantasette nazioni.
La lettera di UN Watch è una risposta al comunicato stampa dell’Alto Commissariato del 2 febbraio, in cui è difesa l’aperta politica di fornire i nomi degli attivisti umani ai governi che lo richiedono, in particolare la Cina, che “regolarmente chiede agli uffici dell’Alto Commissariato” se “delegati di specifiche ONG parteciperanno alle sessioni in programma”.
Gli uffici di Zeid “confermano” l’informazione. Da qui, una litania di scuse per giustificare la consegna dei nomi degli attivisti al regime autoritario cinese.
Neuer ha anche criticato l’uso della parola usata dall’ONU: “confermare”, che fa apparire la sua condotta “innocua” e banalizza “le gravissime conseguenze in cui possono incorrere gli attivisti” a seguito di tale azione.
L’ONU punisce Emma Reilly, l’informatrice che si è opposta al passaggio di informazioni alla Cina.
Emma Reilly, il contatto dell’ONG all’Alto Commissariato, quando è cominciato il passaggio di informazioni, si è opposta con fermezza, facendo presente che questa pratica metteva seriamente a rischio gli attivisti e non era sancita da nessuna regola o pratica esistente.
Stando a quanto riportato dalla ONG Government Accountability Project, Reilly ha subito mobbing – molestie, esclusione, abuso di autorità – in risposta alla sua presa di posizione.
Citando la nota, resa pubblica, di Reilly all’Ufficio Etica, UN Watch fa notare che nel caso della Cina “il fondo del barile è che il vostro ufficio non ha confermato informazioni già in possesso del governo cinese, ma ha fornito a quel governo nuove informazioni, sapendo che la Cina le avrebbe usate per perseguitare gli attivisti per i diritti umani”.
La Cina ha perseguitato l’attivista Ti-Anna Wang, portavoce di UN Watch
UN Watch è particolarmente sensibile all’argomento poiché una dei suoi portavoce, Ti-Anna Wang, è stata minacciata dalla Cina durante una sessione del Consiglio dei Diritti umani a marzo 2014.
Rivelare in anticipo ai governi i nomi dei dissidenti che parteciperanno alle sessioni ONU, mette a rischio gli attivisti. “Nessun dissidente dovrebbe essere oggetto di minacce o intimidazioni perché sta venendo a Ginevra per promuovere i diritti umani in seno all’ONU”, scrive Neuer.
Nella lettera di UN Watch sono elencate tutte le disposizioni previste dalla Carta delle Nazioni Unite e dal regolamento dello staff, dalle regole specifiche per il personale dell’Alto Commissariato, e dal Codice di Condotta dei Funzionari Civili Internazionali, che sono state violate.
L’ONG sollecita il Presidente della Commissione Zeid ad aderire al mandato del suo ufficio “ di promuovere e proteggere tutti i diritti umani”, e a “fermare immediatamente questa pratica che mette in serio pericolo i difensori dei diritti umani”.
UN Watch spera che l’ambasciatore Haley solleverà la questione dell’indecente passaggio di informazioni, e il caso dell’informatrice Emma Reilly, quando il prossimo mese farà visita al Consiglio.
UN Watch è un’organizzazione per i diritti umani, con sede a Ginevra, fondata nel 1993 con lo scopo di monitorare la conformità delle azioni dell’ONU in accordo con i principi della sua Carta. È accreditata come ONG con status speciale di consulenza per il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC), e di ONG associata al Dipartimento di Pubblica Informazione delle Nazioni Unite (DPI)
Canada Free Press, 24 maggio 2017
Traduzione Andrea Sinnove, LRF Italia Onlus
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