Nuove crisi (e i grandi stanno a guardare)
L’Europa chiede di tassare le banche” riportano i nostri quotidiani prima del G20 di Toronto. Ottimo titolo che riassicura i lettori che i nostri politici sono in controllo della situazione e sono decisi a prendere tutte le decisioni necessarie al caso. Il risultato? Una tassa sulle banche non può essere imposta. Angela Merkel chiede di ridurre i deficit di bilancio. Obama esige una crescita durevole che dia lavoro ai disoccupati. All’America dà man forte il Brazile. Il Canada chiede di dimezzare i deficit nazionali entro il 2013 e di stabilizzare i debiti pubblici entro il 2016. Ebbene, nessun consenso, solo proclami e chiacchiere senza decisioni. Intanto le banche tedesche e francesi hanno prestato 1,100 miliardi di euro alla Spagna e 800 all’Irlanda. Se si aggiungono i debiti della Grecia e del Portogallo si arriva a 2 trilioni di dollari! Molti di questi debiti non verranno mai pagati e si prepara una nuova recessione. È una situazione simile alla bolla dei subprime e degli hedge fund, legati alla finanza cosidetta tossica. Wolfgang Munchau sulle pagine del Financial Times ha scritto che la “crisi sta per esplodere e la risposta dei politici non affronta questo problema”. Anche le cosidette “regole europee” sono viziate di scarsa efficacia: 23 paesi su 27 sono soggetti a “punizioni” da Bruxelles a causa dei loro deficit nazionali e sono quindi costretti a misure di feroce austerità. Ebbene, quando le regole sono tali che quasi tutti i paesi europei devono infrangerle, non c’è, forse, qualcosa di sbagliato nelle stesse regole? Infatti, la parola è, di nuovo, passata alle Banche Centrali, spesso di proprietà privata, prestatrici ultime e prime creatrici di moneta, che continuano a sostenere, grazie alle tasse pagate dai cittadini, un sistema finanziario che da sè non funziona più. Il problema fondamentale è nel fatto che i nostri governanti hanno abdicato il loro potere alle banche e, oggi, è la finanza che dirige la politica e non il contrario, come dovrebbe essere. Il nocciolo della questione è la sovranità del denaro. A chi spetta battere moneta? Non è questa una prerogativa dei Governi? Se uno Stato ha bisogno di fondi per costruire strade o ospedali, perchè deve ricorrere alle banche (private) per ottenerli e, per giunta, pagare interessi sul prestito, a spese dei contribuenti? Forse la soluzione è così semplice che non la vediamo
Vedi articolo sulle pagine nazionali del quotidiano E-Polis
Fonte: Redazione, 10 luglio 2010
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