Nomadi tibetani forzati dalle città di reinsediamento
I nomadi tibetani che erano stati costretti a spostarsi dai tradizionali terreni di pascolo a Qinghai ora sono stati chiamati a tornare; le autorità hanno cominciato a trasformare loro attuali case in centri turistici e alloggi per dipendenti governativi.
La nuova politica, annunciata lo scorso anno ha colpito i residenti delle città di Dzatoe e Domda nel Yulshul ed ha influenzato negativamente i tibetani reinsediati, che hanno visto ridurre le loro mandrie da quando sono stati spostati per la prima volta.
“Dopo due anni nelle nuove città, i residenti sono ora costretti a tornare nei loro pascoli originali senza i loro animali, che sono la principale fonte di sussistenza delle comunità nomade tibetane. La Cina è chiamata a pianificare un’ importante progetto di sviluppo turistico nel luogo in cui i nomadi tibetani erano stati costretti a spostarsi qualche anno fa”, ha riferito una fonte a Radio Free Asia, parlando a condizione di anonimato.
“Ora le autorità stanno progettando di demolire le case costruite per i nomadi e costruire abitazioni per i nuovi migranti cinesi e i turisti nella zona di Domda; nota per la sua bellezza scenica naturale e per le forniture di acqua e di elettricità”.
Traduzione a cura della Laogai research Foundation
Fonte: Radio Free Asia, 19 giu 17
English article: Tibetan Nomads Forced From Resettlement Towns to Make Way For Development
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