Napolitano in Cina: “Fondamentale il rafforzamento dei diritti umani”

La Cina è stata la locomotiva dell’economia mondiale quando la grave crisi finanziaria si è abbattuta sui Paesi industrializzati. Ma gli enormi progressi cinesi non si misurano solo nella sfera economica, ha sottolineato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando ai dirigenti della Scuola centrale del Partito comunista cinese a Pechino, dove si trova in visita ufficiale. “Il cammino intrapreso dalla Cina sulla via della riforme politiche, del rafforzamento dello stato di diritto, del rispetto dei diritti umani, così come dell’apertura e liberalizzazione dei mercati - ha detto il Capo dello Stato - è di fondamentale importanza per una armoniosa integrazione in un sistema internazionale aperto e per una piena sintonia con l’Europa. Sono profondamente convinto - ha aggiunto - che sia nell’interesse cinese portare avanti, in piena autonomia, questo processo”. Napolitano ha poi esaltato il ruolo centrale della Cina rispetto alla situazione economica globale. “La Cina contemporanea non è da meno” di quei Paesi come Germania, Stati Uniti o Giappone che in passate crisi hanno fatto da traino. Ora, ha osservato il presidente della Repubblica, Cina ed Europa si trovano davanti a sfide comuni ma chiudere gli occhi di fronte ai cambiamenti globali, come l’attribuzione dello status di economia di mercato alla Cina è anacronistico. “Troppo spesso il disegno europeo incontra timidezze, resistenze, miopie, di cui rischiano di fare le spese anche le relazioni con la Cina: viene da pensare all’anacronistica riluttanza a riconoscere la realtà della Cina come economia di mercato”, ha detto il Capo dello Stato. L’Europa ha affrontato con successo un lungo processo di integrazione che l’ha proiettata da protagonista sulla scena mondiale, ma motivazioni profonde di altro carattere ne inibiscono ancora il funzionamento. “Abbiamo abbattuto molte barriere statuali e istituzionali per riscoprire remore radicate più profondamente dentro di noi. Queste barriere sono spesso psicologiche. Vanno in controtendenza alle trasformazioni mondiali che rendono necessaria ‘più Europa, non meno Europa’ e che richiedono l’effettivo, conseguente riconoscimento del cambiamento intervenuto e in atti negli equilibri mondiali” ha concluso Napolitano.

Fonte: La Repubblica, 26 ottobre 2010

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