Motoseghe cinesi: maxi sequestro in Friuli
Centinaia di friulani truffati attraverso la vendita porta a porta di motoseghe con marchi falsi a basso costo. Non solo una questione di marchi contraffatti, che ha già portato all’arresto di due persone, ma anche un pericolo notevole per quanti rischiano di ritrovarsi fra la mani un macchinario pericolosissimo che potrebbe provocare una catena di infortuni. Quella scoperta dai carabinieri del reparto operativo provinciale è una maxi-truffa “made in Cina” di vaste proporzioni. A finire in cella su disposizione del sostituto procuratore Marco Panzeri, come ha riferito il capitano Fabio Pasquariello, sono stati il 21enne Enzo Giannone e il 19enne Antonio D’Apice, entrambi residenti ad Arzano, in provincia di Napoli. I carabinieri di Fagagna sono intervenuti su segnalazione di un 50enne di Martignacco che era stato agganciato da un paio di ragazzi a Moruzzo, mentre effettuava lavori nel bosco. Volevano vendergli una motosega di marca Stihl. Gli proponevano un “affarone”: 120 euro per un articolo normalmente venduto al costo di 660 euro. Peccato che della nota azienda tedesca quella motosega aveva solo l’etichetta. Il prodotto infatti, veniva dalla Cina ed era di scarsissima qualità. Sulle tracce di quella segnalazione, i carabinieri hanno rintracciato i due giovani. Erano arrivati un paio di giorni prima in Friuli da Napoli e, una volta all’aeroporto di Ronchi, avevano noleggiato una vettura con la quale hanno preso a girare proponendo quei prodotti. «Presumiamo che non siano gli unici componenti di una più vasta organizzazione in azione sul territorio provinciale da qualche tempo» ha segnalato il capitano Pasquariello. Una convinzione avallata dal fatto che un paio di persone che hanno acquistato le motoseghe “taroccate” non hanno riconosciuto nei due ragazzi gli autori della truffa. È lecito quindi supporre che sul territorio operi un’organizzazione ben più vasta e ramificata. E sarebbero centinaia i pezzi venduti sul territorio provinciale, stando a quanto riferito dai locali concessionari della Stihl. i quali hanno ricevuto tantissime richieste di riparazione da parte di coloro che già hanno acquistato i macchinari contraffatti. «Si tratta di materiale di scarsa qualità – ragguaglia il capitano Pasquariello –. Il costo di origine si aggira sui 40 euro. Facile comprendere come mai si rompa facilmente e rappresenti un pericolo per l’incolumità di chi lo utilizza, per questo rivolgiamo un appello a coloro che ne fossero entrati in possesso a rivolgersi alle locali stazioni dei carabinieri e a denunciare l’accaduto». Nei confronti dei due giovani napoletani, difesi dall’avvocato Giovanni Romani, viene contestato il reato di commercio di prodotti con segni falsi. Arrestati venerdì e trasferiti nel carcere di via Spalato, domani saranno interrogati dal giudice per le indagini preliminari.
Alessandra Ceschia
Fonte: Il Messaggero Veneto, 26 febbraio 2012
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