Mafia cinese: cinesi alla ricerca di una banca a S.Marino

Tante volte si era detto: la Cina verrà a salvarci…..

San Marino. Periodicamente per anni è comparsa la bufala: dalla Cina c’è un interesse a investire nel sistema bancario e finanziario sammarinese. Ad esempio nel 2009 ebbe luogo a Faetano un incontro ad alto livello per contrastare l’attacco di Giulio Tremonti. Se ne occupò - e preoccupò - anche Il Foglio: “Stiamo già valutando come la Cina possa contribuire a consolidare il nostro sistema bancario, vista anche l’enorme liquidità di quel paese”, dice Valentini. D’altra parte le autorità cinesi hanno esplicitato il loro interesse a diversificare gli investimenti, magari acquistando titoli di stato dei paesi europei in difficoltà: Grecia, Portogallo, Spagna. Ora tocca a San Marino? Alcuni politici locali che chiedono di restare anonimi parlano di possibili ingressi nel capitale di istituti bancari e finanziari sammarinesi, a partire dalla nota Cassa di risparmio locale. Si vedrà. Intanto proprio il presidente della Fondazione Cassa di risparmio di San Marino, Tito Masi, è stato uno dei primi a sbilanciarsi: “La Cina, oltre alla Grecia, aiuterà San Marino”, ha detto il mese scorso a una tv locale. Da partner alla pari a conquistatore benevolo, il ruolo del Dragone potrebbe essere ambiguo.

Di fatto né i canali ufficiali né quelli semi ufficiali dell’associazione San Marino Cina hanno prodotto qualcosa, benché nel 2013 l’arrivo di una banca cinese fosse dato come imminente. Ci fu anche una interpellanza in proposito.

Invece il nome del nostro Paese cominciò ad essere collegato, nel settore finanziario, alle attività dei cinesi in Italia. Un collegamento che non ci fece onore:E’ pure lecito che un commerciante all’ingrosso di origine cinese versi in banca a San Marino i proventi della sua attività di rivendita. Diventa strano quando lo fa utilizzando come schermo mandati fiduciari dai nomi pittoreschi come Maiale, Cinghiale e Muflone, aperti da una finanziaria del Monte attraverso la quale movimenta in sette anni 330 milioni di euro. Così gli inquirenti sammarinesi ritengono che tutti quei soldi siano in realtà il frutto dell’attività della mafia cinese nell’ambito della contraffazione e dell’immigrazione clandestina. E’ ancora più strano che, quella imponente liquidità dagli occhi a mandorla, venga utilizzata per finanziare una banca clandestina della ‘ndrangheta operativa in Brianza (operazione Tibet). Come dire: una mafia che fornisce liquidità a un’altra mafia, con una finanziaria sammarinese a fare da intermediario, finanziaria oggi chiusa e sotto processo per riciclaggio come persona giuridica. (Antonio Fabbri 22 giugno 2017)

Si è sentito in questi giorni da San Marino Rtv in un servizio di Francesca Biliotti sulle mafie in Italia: Tra queste, la mafia cinese, che gli esperti collegano anche a San Marino. Opera infatti nel centro Italia tramite suoi connazionali, soprattutto in Toscana: i guadagni derivanti da droghe sintetiche, contraffazione tecnologica, prostituzione e gioco d’azzardo sono trasferiti all’estero tramite San Marino, dicono le ultime rilevazioni, e sempre a San Marino le mafie cinesi vorrebbero aprire una loro banca.

Fonte:S.Marino RTV,15 agosto 2017

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