Laogai: i lager del terzo millennio
Il 27 gennaio di ogni anno si celebra la Giornata della Memoria, ricorrenza istituita con legge dello Stato italiano dodici anni or sono per ricordare, appunto, la gravità dello sterminio perpetrato durante il Nazismo ai danni di milioni di vittime innocenti. Certo è che, questa giornata, non solo dovrebbe far riflettere sulle atrocità compiute nei campi di sterminio nazisti, ma ancora di più dovrebbe servire come memoria collettiva per fare in modo che in nessun luogo della nostra amata Terra si permetta ad un essere vivente di mettere in schiavitù, e di fatto alla morte, un altro essere umano. Peccato che non sia così. I laodong gaizao, dal cinese “riforma attraverso il lavoro”, meglio conosciuti con l’abbreviazione laogai, altro non sono, infatti, che i campi di sterminio del terzo millennio. Distribuiti a macchia d’olio su tutto il territorio della Repubblica popolare cinese fin dai tempi del periodo Maoista, questi campi di lavoro forzato vengono utilizzati dal regime per “rieducare” attraverso il lavoro tutta una serie di “nemici pubblici” quali oppositori al regime, pseudosindacalisti e, paradossalmente, tutti coloro che non sono legalmente classificati come criminali, ma hanno solamente compiuto reati minori. Attorno alla gestione ed alla distribuzione dei laogai è stata nel tempo stesa una cortina di ferro, un’impenetrabile muro d’omertà oltre il quale nemmeno l’Onu e le altre organizzazione internazionali riescono a far breccia. La Laogai Research Foundation, fondata a Washington nel 1992 da Harry Wu, si occupa di divulgare notizie riguardanti i laogai e le svariate privazioni dei diritti umani ai quali spesso sono costretti i cittadini cinesi. Lo stesso Harry Wu, per diciannove interminabili anni, ha dovuto subire le angherie e le umiliazioni all’interno di un campo di lavoro cinese. Rilasciato sul finire degli anni ’70, alla morte di Mao, si trasferì negli Usa dove iniziò la sua propaganda informativa contro il trattamento inumano dei prigionieri dei campi di sterminio cinesi. Insignito del Gonfalone d’Argento dalla Regione Toscana nel 2009 per il suo impegno nelle battaglie di difesa dei diritti umani, Harry Wu ha dovuto subire persino gli attacchi dei centri sociali italiani durante la presentazione di un suo libro a Roma. Nonostante le avversità, Wu è riuscito a sensibilizzare gli animi dei cittadini e delle Istituzioni riguardo le gravi problematiche derivanti dai Laogai cinesi. Difatti, oltre alla grave violazione dei diritti umani, non dobbiamo dimenticare che all’interno di questi campi di lavoro vengono prodotte molte delle merci cinesi che spesso finiscono sul mercato italiano ed estero. Sconfiggere i laogai, quindi, non solo permetterebbe di ridare la libertà a migliaia di schiavi, ma nel contempo potrebbe anche demolire parte della concorrenza sleale cinese che si abbatte sul nostro mercato, già indebolito dalla crisi economica nazionale. A questo proposito, il gruppo regionale della Lega Nord Toscana ha presentato una risoluzione bipartisan affinché la nostra Regione, da sempre attenta ai problemi umanitari, si impegni a sensibilizzare il Governo italiano a subordinare ogni futuro rapporto di collaborazione trala Repubblica Popolare Cinese, nonché la prosecuzione di progetti ad oggi in essere, ad atti concreti da parte del Governo cinese nel superamento della tragica esperienza dei laogai. Ci auguriamo che questa iniziativa abbia successo. Ai posteri l’ardua sentenza.
Emanuele Canepa
Fonte: Associazione Giovani Toscani
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