Italia-Cina, l’arte per il dialogo: al via l’Anno della cultura cinese

Era il 2006 quando l’Italia ha celebrato il suo Anno Culturale in Cina. Una carrellata di iniziative rappresentate da un logo su sfondo rosso, con il David di Michelangelo che saluta alla cinese, “Ni hao”, e il soldato imperiale di terra cotta che risponde all’italiana, “Ciao”. Un modo per veicolare il dialogo tra due popoli, per far interagire culture diverse. E’ lo stesso spirito, quello della comunicazione e dell’interscambio, che ispira la simbologia del logo presentato ieri a Roma, a palazzo Barberini, con il programma delle principali iniziative dell’Anno Culturale della Cina in Italia: una fusione di segni stilizzati che rappresentano un erhu, un antico strumento musicale cinese a due corde, e una gondola veneziana, con il rosso dedicato alla Cina e il blu e il verde all’Italia. In calendario oltre cento iniziative in tutta Italia, anche se Roma sarà il cuore pulsante della rassegna, nei più diversi settori del sapere: dall’architettura al design, dalla fotografia alla musica, dal teatro ai festival culinari, dai forum sull’ambiente e le nuove tecnologie a meeting sull’educazione, il turismo, l’economia. «L’obiettivo è approfondire la conoscenza reciproca per rafforzare il dialogo politico e l’interscambio economico», ha detto ieri il direttore generale per l’Asia del ministero degli Esteri, Attilio Massimo Iannucci, all’unisono con l’ambasciatore cinese in Italia, Ding Wei, e il presidente della Fondazione Italia-Cina, Cesare Romiti. Un’occasione importante, questa dell’Anno Culturale, che si è scelto di presentare ieri non a caso, visto che era il sessantunesimo compleanno della Repubblica Popolare Cinese, mentre si avvicina velocemente l’anniversario dei quarant’anni di relazioni diplomatiche tra i due Paesi (6 novembre).
L’inaugurazione ufficiale avverà il 7 ottobre, al teatro dell’Opera di Roma, alla presenza dei primi ministri Silvio Berlusconi e Wen Jiabao, quando l’orchestra filarmonica cinese interpreterà La Concubina Ubriaca, ma anche Il Barbiere di Siviglia, la Turandot e Madama Butterfly. A dirigerla il popolarissimo Long Yu, già noto al grande pubblico italiano per il Requiem di Mozart eseguito nel 2008 in Vaticano, in onore di Benedetto XVI. E sempre il 7 si aprirà, alla Curia Iulia, la mostra I due Imperi, l’Aquila e il Dragone, in arrivo nella Capitale da Milano, che l’ha accolta dopo Pechino. Si tratta di oltre 450 capolavori italiani e cinesi, che abbracciano la vita dell’Impero romano e delle dinastie Qin e Han. Una mostra ispirata al dialogo tra Oriente e Occidente, alla quale parteciperanno il ministro dei Beni e Attività culturali, Sandro Bondi, e il suo omologo cinese, Cai Wu. Nel pomeriggio ci sarà anche la premiazione di dieci personalità italiane che si sono distinte per aver incoraggiato negli anni i buoni rapporti tra i due Paesi, nel segno dell’amicizia. Percorsi costruttivi per il dialogo che vanno certamente coltivati, ha detto Mario Resca, direttore generale del ministero dei Beni e Attività culturali. «Pensiamo a una sezione permanente dedicata all’Italia all’interno del Museo Nazionale, a Pechino, in piazza Tiananmen. E a uno spazio omologo a Roma, a palazzo Venezia, dedicato alla Cina». Progetti per il futuro a parte, Roma diventa, nei prossimi giorni, anche il teatro di una festa dei giovani cinesi e italiani senza precedenti. Dall’8 al 10 ottobre all’Auditorium Parco della Musica, centinaia di ragazzi si esibiranno attraverso spettacoli tradizionali, danze, mostre d’arte, film, dimostrazioni con gli aquiloni, e molto altro (ingresso libero). Un’occasione certamente gioiosa, che precede le sfilate in costume, le danze dei leoni e dei draghi, i carri, le acrobazie che animeranno le celebrazioni per il tradizionale Capodanno cinese (a febbraio), che questa volta ha tutte le intenzioni di essere più che mai a effetti speciali. Ma l’Anno della Cultura della Cina porterà anche il concerto dell’orchestra sinfonica di Guangzhou (alla Fenice di Venezia e al Parco della Musica di Roma), mostre di design e animazione cinese (Milano), l’Opera (Napoli), i balletti, una retrospettiva del cinema cinese (Venezia), porcellane (Firenze), la festa del the, esposizioni fotografiche, forum accademici, scientifici e letterari. Naturalmente non mancheranno rassegne dedicate a Matteo Ricci, il pioniere del dialogo tra Oriente e Occidente che proprio al tema dell’amicizia tra i popoli dedicò la sua prima opera.

Lucia Pozzi

Fonte: Il Messaggero.it, 3 ottobre 2010

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