Il mercato diversificato cinese diventa la nuova frontiera per gli investitori USA

Comincia un nuovo anno e si presentano inedite opportunità finanziarie per gli investitori internazionali: senza dubbio, la Cina rappresenta il principale mercato in questo senso, un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Si tratta infatti di un mercato vasto e diversificato, soprattutto per coloro che hanno assistito da vicino, passo dopo passo, la ripresa della nazione asiatica dal declino economico.

Matt Comyns, direttore generale della JLM Pacific Epoch, ha stilato un’ideale classifica delle 60 ragioni per cui si può essere ottimisti nei confronti della Cina: una di esse è rappresentata dal grande potenziale che è presente in molte delle città cinesi, nomi delle quali non sono molto noti agli occidentali.

Bisogna ricordare, in questo senso, che l’ex Impero Celeste può vantare più di cento città con popolazione superiore al milione di individui; la ripresa economica deriva in gran parte proprio da questo fattore. La ricerca di nuove opportunità di business nei paesi più sconosciuti della Cina è diventata la ‘moda finanziaria’ del momento: nel corso dello scorso mese di settembre, Pitney Bowes, leader mondiale per quel che riguarda i servizi di spedizione postale, ha posto in essere un interessante accordo con Digital China, proprio nel tentativo di espandere i suoi affari e di ampliare il raggio operativo alle compagnie di media e piccola dimensione in territorio cinese.

Significative sono state le parole di Michael Monahan, Cfo di Pitney Bowes: Con l’avvento della tremenda crescita dell’economia cinese, ci sono state e ci saranno sempre più opportunità di business per le compagnie minori, sia per quel che riguarda gli intenti di marketing che in quelli relativi alle transazioni. Digital China è stata scelta perché viene ritenuta il partner ideale in tale campo, vista la sua presenza in oltre 600 città e grazie al suo network composto da più di 5 mila rivenditori: tra l’altro, gli investitori statunitensi hanno notato gli sforzi del governo di Pechino in relazione allo sviluppo verso ovest, anche perché i guadagni del prodotto interno lordo sono legati a questa tendenza economica. I dati sono eloquenti.

È stato infatti rilevato che ben 13 regioni a livello provinciale sono riuscite a conseguire interessanti crescite del PIL nel corso del 2008, guidate dalla regione interna della Mongolia (+16,2%). Ma la lista di compagnie cinesi che hanno attratto gli investitori americani non è finita. Possiamo citare anche Yongye (principale distributore del marchio Shengmingsu), ma si tratta solamente dell’esempio più eclatante. Uno dei punti di forza di questi business è la diversificazione geografica. Le società americane puntano soprattutto alle compagnie che provengo dalle più diverse provincie e dai più svariati settori industriali. Le statistiche indicano chiaramente che oltre il 60% del PIL e il 70% del valore delle importazioni e delle esportazioni sono stati forniti dal prezioso contributo delle imprese minori. Un altro esempio importante di questo crescente interesse verso le cosiddette ‘SMEs‘ è quello dell’intesa tra Changyou.com Ltd e Nasdaq, siglata nell’aprile 2009.

Un ultimo cenno lo merita, infine, l’energia verde. Società statunitensi impegnate in questo ambito, come Suntech e Yingli Green Energy, hanno ottenuto performance invidiabili trovando terreno fertile in Cina: la nazione asiatica ha speso oltre 30 miliardi di dollari in tecnologia verde, come parte di un più vasto piano di stimolo economico, un chiaro segnale di come si può investire in questo vasto Paese.

Fonte: Periodico Italiano, 4 gennaio 2010

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