Il mercato degli organi umani
A Pechino sedici persone sono state accusate dell’organizzazione di un giro illegale di vendita di reni, partito dal 2010, con il quale avrebbero raccolto oltre 10 milioni di yuan (circa 1 milione e 200 mila euro). Secondo le indagini uno dei sospettati, Zheng Wei, sarebbe l’organizzazione del commercio partito agli inizi del 2010. Ogni donatore sarebbe stato pagato 25 mila yuan (circa 3 mila euro) e altri 25 mila yuan (più o meno 30 mila euro) sarebbero stati riconosciuti all’equipe medica per ogni trapianto: il prezzo finale di un nuovo organo per i pazienti bisognosi era invece di ben 220 mila yuan (poco più di 26 mila euro). E sarebbero ben 51 gli organi trattati: si tratta della più grande retata nella storia della Cina riguardo il commercio illegale di organi umani. Tra i sospettati ci sarebbero anche agenti delle forze dell’ordine che avrebbero sollecitato i donatori e i medici attraverso strumenti on line (come ad esempio le chat). Gli organi sono stati raccolti negli ospedali delle contee di Xiao, Anhui, Tongshan, Jiangsu: poiché tre reni sarebbero stato danneggiati in un incidente stradale nel giugno 2010, Zheng ha affittato una villa e speso 500 mila yuan trasformandola in una sala operatoria. «Quando sono arrivato alla villa le infermiere non erano in uniforme e l’ambiente era sporco. Solo dopo il mio arrivo Zheng Wei ha acquistato i farmaci necessari», ha raccontato un’infermiera. La legge cinese permette la donazione di organi solo quando il donatore sia un parente stretto del destinatario, «ma la cronica carenza di donatori di organi ha generato un commercio sotterraneo, con alcune persone in grado di falsificare i documenti di identità per aggirare la legge», ha riportato il South China Morning Post giovedì primo marzo. Gli espisodi emersi sono i più disparati, ma hanno tutti una forte matrice economica. Uno dei donatori, proveniente dalla Mongolia Interna, ha raccontato di aver deciso di vendere il rene dopo una disputa economica famigliare. Aveva cercato Zheng on line, e in breve tempo di era recato a Pechino. Giunto nella capitale è stato portato in un appartamento in affitto dove ha trovato molti donatori in attesa. È stato portato in ospedale per un check-up e ha infine venduto il suo rene per 25 mila yuan. Giovedi 23 febbraio, secondo quanto da lui stesso affermato, un lavoratore migrante di 28 anni del Dongguan si sarebbe «svegliato ritrovandosi di 20 mila yuan più ricco (oltre 2 mila euro), ma senza un rene». La transazione, a sua insaputa, sarebbe stata promossa dal padre.
Fonte: Lettera 43, 1 marzo 2012
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