I laogai: una realtà con cui confrontarsi. Tesi di Laurea con supporto della Laogai Research Foundation Italia

Il sistema carcerario cinese rimane, ancora oggi, una realtà da conoscere in tutti i suoi aspetti: dalla vita nelle prigioni e le leggi che ne regolano l’organizzazione interna, alla questione del traffico d’organi dei condannati a morte e ai progressi che il governo cinese sta compiendo. Con la mia tesi di laurea ho voluto pormi come obiettivo di approfondire e far conoscere tale realtà.

Per procedere alla stesura del mio elaborato ho chiesto supporto alla Laogai Research Foundation Italia, dalla quale ho ricevuto molto aiuto, a livello di materiale da cui attingere le mie informazioni, e a livello personale, trovando figure disponibili a suggerimenti e ad eventuali consultazioni.

Come prima cosa ho analizzato le origini storiche dei laogai, tenendo conto anche delle trasformazioni avvenute nell’organizzazione interna di questo fitto sistema carcerario: l’importanza e l’utilizzo che ne fece Mao Zedong per eliminare tutti coloro che rappresentavano una minaccia per l’ascesa del partito comunista, acquisire il potere della nazione e consolidarne ,infine, la stabilità; le riforme, apparentemente di apertura, operate dal successore Deng Xiaoping nel 1978 e i suoi quattro punti cardinali, che ,però, ribadivano soltanto il potere del proletariato e l’efficacia indiscutibile di un sistema politico di stampo comunista; le leggi emanate nel biennio 2012-2014 in materia di sanità e tutela del prigioniero, su raccomandazione delle associazioni per i diritti umani di tutto il mondo.

Una parte consistente è stata dedicata all’esposizione dell’organizzazione interna delle prigioni: la suddivisione dei prigionieri su modello militare, le sessioni di studio e autocritica, l’isolamento, il contatto con il mondo esterno, e la componente economica sempre presente nella vita dei carcerati, pilastro portante dello sviluppo dell’economia cinese.

Particolare attenzione è stata data anche alla difficile questione del traffico illecito degli organi dei condannati a morte. Ho cercato di ricostruirne l’organizzazione dietro a questa pratica, dal contatto con i clienti alla corruzione dei medici e dei giudici per emettere sentenza di pena capitale. Ho affrontato poi, consultando Cina.

Traffici di morte. Il commercio degli organi dei condannati a morte (LRF), la questione etica che riguarda i medici e tutto il personale sanitario coinvolto nella pratica, il problema del consenso libero e informato da parte del prigioniero alla donazione e la reazione della Cina alle raccomandazioni e alle critiche mosse dalle associazioni mediche americane e di molti altri paesi europei.

Con l’aiuto dell’ufficio stampa del Laogai Museum di Washington, sono riuscita a dedicare la parte finale dell’elaborato alla presentazione del museo e della sua fondazione, riportando anche alcune testimonianze di ex detenuti in Cina, poi emigrati negli Stati Uniti, trascritte durante una conferenza tenutasi al museo stesso.

È bene ricordare che le informazioni e i dati riportati nella mia tesi non si possono definire ufficiali, nonostante siano comunque attendibili: rimanendo l’esistenza dei laogai e la loro realtà interna un argomento spinoso e poco discusso anche in Cina stessa, non mi è stato in alcun modo possibile confrontare ciò che sono riuscita a raccogliere con dati e documenti ufficiali emanati dal governo cinese.

Chiara Gatti, 14/04/2015- Anno accademico 2013/2014


 

Felicitazioni a questa neo laureata che ha superato brillantemente il traguardo. Noi della Laogai Research Foundation facciamo le nostre più vive congratulazioni. Si è dimostrata una ragazza brillante,intelligente e sensibile alla violazione dei diritti umani. Queste doti, al giorno d’oggi, faranno la differenza in ogni situazione della sua vita. Le auguriamo un roseo futuro.

Gianni Taeshin Da Valle, dir. resp. Laogai Reserach Foundation, 14/04/2015

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