I Laogai, la persecuzione dei cattolici e la politica del figlio unico in Cina

Martedì 27 ottobre si è svolto un convegno su “I Laogai, la persecuzione dei cattolici e la politica del figlio unico in Cina” presso la sala di Santa Rosalia in via Cadamosto 5, Milano. L’evento è stato organizzato da “L’altra faccia della medaglia club”.

Dopo una breve introduzione del responsabile Stefano Crapella, il giornalista Andrea Morigi ha posto una serie di domande al relatore Toni Brandi il quale ha spiegato come al settembre 2008 vi erano almeno 1422 laogai, campi di lavoro forzato, in Cina. In questi campi milioni e milioni di uomini, donne e bambini continuano a lavorare fino a 16-18 ore al giorno a vantaggio del regime e di numerose multinazionali che investono o producono in Cina. Continuano gli arresti, le detenzioni e le torture. Davanti ad un pubblico composto di soci del club, giornalisti e studenti della statale e della cattolica il relatore ha mostrato alcune immagini illustrando le crudeli violazioni dei diritti umani connesse alla politica del figlio unico ed alla persecuzione dei cattolici.


Ancora oggi nel 2009, fra le tante libertà represse nella Cina post-olimpica, non è consentito ai genitori di avere il numero desiderato di figli. La ferrea legge sul figlio unico causa decine di migliaia di sterilizzazioni ed aborti forzati all’anno. Jin Yani, una giovane donna incinta di nove mesi, è stata sottoposta ad aborto forzato per aver portato avanti una gravidanza senza avere il permesso, nonostante quello fosse il suo primo figlio. Un contadino di nome Huang Qiusheng racconta della moglie che, giunta al nono mese di gravidanza, aveva partorito regolarmente nonostante avesse già subito un aborto forzato mediante un’iniezione nell’utero. Il neonato venne successivamente ucciso da funzionari della pianificazione familiare che lo sbatterono violentemente sul pavimento. Questi non sono casi rari in Cina. Durante la serata è stato presentato anche il libro della Laogai Research Foundation “Strage di Innocenti. La Politica del Figlio Unico in Cina” (Guerini, 2009) che contiene numerose testimonianze e documenti che provano la crudeltà della pianificazione familiare cinese finanziata dalla UNFPA.

Anche la persecuzione dei cattolici continua imperterrita in Cina. Nel 2009 vi sono stati arresti e sparizioni di prelati nelle mani della polizia. Di molti non se ne hanno notizie, fra questi: Mons. Martino Wu Qinjing, 40 anni, vescovo della Chiesa Patriottica, ma riconosciuto dalla Santa Sede e quindi non gradito al partito, si trova nelle mani della polizia dal 17 marzo 2007; Mons. Giacomo Su Zhimin, vescovo di Baoding, 76 anni, arrestato dal 1997. Nel novembre 2003 è stato visto nell’ospedale di Baoding, controllato dalla polizia, dove ha subito cure al cuore e agli occhi, ma dopo pochi giorni è scomparso ancora. Mons. Cosma Shi Enxiang, 87 anni, arrestato il 13 aprile 2001; Mons. Shi, fatto vescovo nell ‘82, era già stato in prigione per 30 anni. Arrestato ancora nel dicembre ‘90, poi rilasciato nel ‘93. Ha vissuto sempre in isolamento forzato fino al suo ultimo arresto. Mons Giulio Jia Zhiguo che ha subito almeno 15 arresti dal 1980 è sparito nelle mani della polizia alla fine del marzo di quest’anno. Alla fine del convegno è seguito un dibattito su cosa si possa concretamente fare per svegliare le coscienze dei nostri rappresentanti politici e sindacali. Toni Brandi ha anche presentato una bozza di legge contro l’importazione dei prodotti del lavoro forzato e del lavoro minorile che è allo studio di alcuni parlamentari interessati a questa tragedia.

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