Gdf sequestra beni a cinesi per 4 milioni

Cinque appartamenti, due box e svariati rapporti finanziari, del valore complessivo di 4 milioni di euro, sono stati sequestrati dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma ad una organizzazione criminale, con base operativa nella capitale composta da sei cittadini di nazionalità cinese, specializzata nella contraffazione. Le indagini, dirette e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, avevano permesso di individuare l’esistenza di una banda dedita alla commercializzazione di capi di abbigliamento contraffatti e di prodotti non conformi alla normativa a tutela della salute pubblica: migliaia di accessori delle più note griffe italiane ed internazionali nonchè articoli di bigiotteria raffiguranti personaggi di cartoni animati e film di animazione erano già stati sequestrati dalle Fiamme Gialle del Nucleo Polizia Tributaria di Roma nel quartiere Esquilino Sono stati così avviati accertamenti patrimoniali sui beni immobili e mobili posseduti dai membri dell’associazione, rilevando un’evidente sproporzione tra il loro tenore di vita ed i redditi dichiarati. Gli immobili sequestrati erano: in via Giolitti, in via Alessandro D’Ancona, via Gronchi (due) e in via Villa di Faonte In particolare - spiegano gli investigatori - è apparsa stridente la discrasia tra gli immobili di pregio e le autovetture di lusso nella loro disponibilità e l’esiguità dei redditi esposti nelle dichiarazioni fiscali presentate. Il Gip del Tribunale di Roma ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo dei beni mobili ed immobili riconducibili agli indagati, probabilmente frutto del reinvestimento dei proventi derivanti dal commercio di merce contraffatta, che è stato eseguito dai militari oggi. Durante gli accertamenti è stato anche scoperto che l’associazione trasferiva in Cina i proventi dell’attività illecita attraverso alcuni «money transfer». I sei cinesi dovranno rispondere dei reati di associazione a delinquere, ricettazione, introduzione e commercio nel territorio dello Stato di prodotti falsi.

Fonte: L’Unico, 2 marzo 2012

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