VIETNAM: ex prigioniero politico vietnamita incolpa carcere per l’infezione da HIV

Un ex prigioniero politico vietnamita restato in carcere 14 anni afferma di essere positivo per l’HIV, il virus che causa l’AIDS, incolpando le condizioni disumane durante la sua prigionia, tra cui la condivisione delle lamette da barba.

Huynh Anh Tri è stato rilasciato a Dicembre dello scorso anno dalla prigione di Xuan Loc insieme al fratello Huynh Anh Tu dopo che erano stati arrestati nel 1999 e condannati due anni dopo di “terrorismo”, con l’intento di rovesciare il governo comunista del partito unico di Hanoi.

Tri ha ammesso in un’intervista con Radio Free Asia di credere di aver contratto il virus mortale in carcere, dicendo che era troppo debole anche per parlare ancora.

“Vi prego di parlare con mio fratello, sono troppo stanco. Non posso parlare ora” ha detto, porgendo il telefono a Tu, che ha sostenuto che le autorità vietnamite hanno deliberatamente lasciando i dissidenti vivere in condizioni disumane nelle carceri per renderli vulnerabili a malattie mortali come l’AIDS.

Riferisce che suo fratello potrebbe aver contratto il virus HIV tra il 2002 e il 2004, quando il carcere Xuan Loc era gestito da un sovrintendente che ha permesso la condivisione delle lamette da barba tra i detenuti.

Il sovrintendente] costringeva i detenuti a tagliare i capelli e la barba con lo stesso rasoio. Circa 100 prigionieri sono stati costretti a condividere rasoio in comune cosicché “la possibilità di contrarre l’HIV era molto alta” ha dichiarato.

Tangenti

I prigionieri politici che non corrompevano le guardie carcerarie sono state costrette a utilizzare le lamette che erano “sporche e macchiata di sangue”. il costante ammanettamento dei detenuti poteva portarli a sanguinare.

“Se non corrompevi i dirigenti del carcere, potevi contrarre malattie perché dopo due settimane, sanguinavi”, ha continuato Tu.

“Molti detenuti hanno dovuto negoziare per avere delle manette pulite e bisognava pagare. I prigionieri ostinati hanno dovuto usare le manette sporche.

Dopo il loro rilascio, Tri e Tu hanno affrontato grandi difficoltà per trovare un posto dove stare, ma sono stati poi aiutati da una chiesa, affermano i rapporti.

Tu sospetta che circa una dozzina di detenuti possono aver contratto il virus dell’HIV durante il periodo 2002-2004, aggiungendo che alcuni di loro potrebbero essere addirittura morti.

Il Comitato Vietnamita sui Diritti Umani (VCHR) con sede a Parigi ha affermato con un comunicato dell’anno scorso che i dissidenti sono stati sottoposti ad un “regime particolarmente duro” con cure mediche inadeguate nella sezione politica della struttura carceraria Xuan Loc.

E’ stato individuato un detenuto di 53 anni, Do Van Thai, anch’esso infettato dal virus dell’HIV mentre era in prigione, dicendo che stava non ricevendo alcun trattamento per la condizione di salute.

Traduzione a cura di: Flavio Brilli, Laogai Research Foundation, 4/7/2014

Fonte: www.rfa.org, 3/7/2014


English version:

A former Vietnamese political prisoner who had served 14 years in jail says he has been tested positive for HIV, the virus that causes AIDS, blaming the infection on inhumane conditions during his imprisonment, including mass sharing of shaving razor blades.

Huynh Anh Tri was released in December last year from Xuan Loc prison camp together with his brother Huynh Anh Tu after they were arrested in 1999 and convicted two years later of “terrorism” with intent to overthrow Hanoi’s one-party, communist government.

Tri acknowledged in an interview with RFA’s Vietnamese Service that he believed he contracted the deadly virus in prison, saying he was too weak to even talk.

“Please talk with my brother, I’m too tired. I can’t talk now,” he said, handing the phone to Tu, who alleged that the Vietnamese authorities deliberately let dissidents live in inhumane conditions in jails to make them vulnerable to deadly diseases such as AIDS.

He said his brother could have contracted the HIV virus between 2002 and 2004 when Xuan Loc prison was run by a superintendent who allowed mass sharing of shaving razor blades among prisoners.

“[The superintendent] forced people to cut hair and shave faces with the same razor,” said Tu.

About 100 prisoners were forced to share one communal razor then and “the possibility of contracting HIV was very high,” he said.

Bribe

Political prisoners who do not bribe prison wardens were also forced to use shackles which were “unclean” and “stained with blood.” Constant shackling can cause prisoners to bleed.

“If you did not bribe the prison managers, you would have contracted diseases because after two weeks, you were bleeding too,” Tu continued.

“Many prisoners had to bargain to have clean shackles and paid for them. Stubborn prisoners had to use the unclean shackles.”

After their release, Tri and Tu faced great difficulty in finding a place to stay, but were eventually helped by a church, reports said.

Tu suspects that about a dozen prisoners may have contracted the HIV virus during the 2002-2004 period, adding that some of them could have even died.

The Paris-based Vietnamese Committee on Human Rights (VCHR) said in a statement last year that dissidents were subjected to a “particularly harsh regime” and inadequate medical care in the political section of the Xuan Loc prison facility.

It identified one inmate, 53-year-old Do Van Thai, as having also contracted the HIV virus while in prison, saying he was receiving no treatment for the condition.

Reported by Mac Lam for RFA’s Vietnamese Service. Written in English by Di Hoa Le.

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