Copenaghen, nuova bozza ma senza numeri. Nella notte scontri e arresti a Christiania
Alla conferenza Onu sul clima di Copenaghen è stata fatta circolare una seconda bozza di conclusioni che però non indica numeri sulle questioni-chiave come gli obiettivi per la riduzione del riscaldamento e il taglio delle emissioni di C02.
GLI SCONTRI
Scontri e forte tensione ieri sera e questa notte a Copenaghen in concomitanza con la Conferenza sul Clima dell’Onu: la polizia danese è intervenuta con forza nel quartiere “alternativo” di Christiania, procedentdo all’arresto di almeno 210 persone, per abbattere le barricate e spegnere gli incendi accesi in diverse strade da numerosi giovani.
L’intervento della polizia nella notte, con cani e gas lacrimogeni, è seguito agli scontri della serata, durante i quali le forze dell’ordine hanno subito il lancio di cocktail-molotov e oggetti di vario genere. “Siamo entrati nel Christiania per fermare quegli individui che avevano innalzato barricate, acceso fuochi in strada e gettato bombe incendiarie sui nostri uomini, prima di rifugiarsi nel Christiania”, ha speigato il portavoce della polizia.
Secondo un testimone intervistato dalla rete televisiva TV2 News, la polizia, che ha bloccato tutte le entrate e le uscite dal quartiere, è intervenuta in un locale sotto un tendono con i gas lacrimogeni, dove si svolgeva una festa con la partecipazione di numerosi attivisti no-global, per sloggiare gli occupanti.
Ieri, a quattro giorni dalla conclusione, la Conferenza ha avuto momenti di forte tensione anche per quanto riguarda i lavori negoziali: i paesi poveri hanno alzato la voce e minacciato di lasciare i tavoli se le loro richieste fossero state sottovalutate. Una mediazione della presidenza danese ha poi convinto i delegati a partecipare alla seduta plenaria, con la promessa che una parte dei lavori sarebbe stata dedicata esclusivamente al Protocollo di Kyoto.
LE ACCUSE DELLA CINA
La Cina accusa i paesi industrializzati di aver fatto passi indietro su quelli che definisce i loro obblighi nella lotta al cambiamento climatico e avverte che i negoziati sul clima di Copenaghen sono entrati in un fase cruciale. La portavoce del ministero degli Esteri Jiang Yu ha detto che c’è stata “una certa regressione” da parte dei paesi sviluppati che hanno”avanzato una pletora” di richieste nei confronti dei paesi in via di sviluppo. E ha aggiunto che questo “ostacolerà la conferenza di Copenaghen”.
Cina e Usa, i due maggiori inquinatori del mondo, sono in disaccordo al tavolo di Copenaghen. Pechino batte sulla responsabilità storica degli Usa e degli altri paesi ricchi nella crescita delle emissioni di gas serra e afferma che un accordo globale per limitare la Co2 dovrebbe tener conto del livello di sviluppo di ciascun paese.
Fonte: Quotidiano.net, 15 dicembre 2009
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