Compagnie Occidentali e Cinesi hanno potenziato la diffusione. Ebola, che cosa è, quali sono i sintomi, quali farmaci usare (Video)
Un fenomeno che si è incrementato da quando compagnie occidentali e cinesi sono penetrate nella giungla per il disboscamento e la ricerca di fonti di minerali. Mangiando la carne di questi animali gli uomini possono essere rapidamente contagiati.
Cosa è Ebola. È un virus che appartiene alla famiglia dei Filoviridae, genere Filovirus. Il materiale genetico è l’Rna, che va incontro a mutazioni non particolarmente rapide e contiene solo sette geni. Sono stati isolati finora cinque ceppi diversi del virus, di cui quattro sono letali per l’uomo. La prima scoperta del virus risale al 1976, in Congo e Sud Sudan. Di solito si diffonde velocemente.
Sintomi. Ebola ha un un’incubazione che varia da 2 a 21 giorni, ma in media è di una settimana. I sintomi si manifestano sottoforma di febbre, astenia, cefalea, artralgie, mialgie, faringite, vomito, diarrea. Dopo una settimana possono apparire dei fenomeni emorragici cutanei e viscerali piuttosto gravi. Possono insorgere problemi al sistema nervoso centrale.
Diagnosi. Diagnosticare precocemente ebola è praticamente impossibile, anche perché i suoi sintomi iniziali sono molto comuni ad altre malattie, anche se può essere più facile arrivare a capire mettendo insieme i sintomi con altre informazioni, come luogo di provenienza del soggetto, possibili viaggi in zone a rischio. Con gli esami del sangue si può arrivare alla diagnosi verificando se il paziente soffre di linfopenia, neutrofilia, piastrinopenia grave, ma si può assistere anche ad un aumento degli enzimi epatici.
Origine. Incubatori naturali del virus sono molto probabilmente le volpi volanti, grossi chirotteri che mangiano frutta e abitano le foreste tropicali; si pensa che il virus “viva” all’interno di questi animali da tempo anche se in essi non provoca alcun sintomo. Per arrivare all’uomo, il virus potrebbe essere passato dalle volpi volanti alle scimmie, o altri animali della foresta, e infine all’uomo attraverso il bush-meat, cioè la carne ricavata da animali selvatici come antilopi o scimpanzé. Un fenomeno che si è incrementato da quando compagnie occidentali e cinesi sono penetrate nella giungla per il disboscamento e la ricerca di fonti di minerali. Mangiando la carne di questi animali gli uomini possono essere rapidamente contagiati.
Trasmissione. È molto rapida, attraverso i fluidi corporei, come muco o sangue, ma anche attraverso le lacrime o la saliva, e il contatto con aghi o coltelli usati dall’ammalato. Anche se di solito questi virus non si trasmettono attraverso l’aria, è stata dimostrata nelle scimmie la trasmissione in goccioline contenenti il virus.
È probabile che la trasmissione possa avvenire anche attraverso i rapporti sessuali. Nei villaggi o nelle zone più remote i contatti frequenti tra gli ammalati e i parenti aiuta la trasmissione del virus.
Mortalità. Ebola ha una percentuale di letalità del 68 per cento tra le persone colpite. Pur essendo mortale non era finora riuscito a diffondersi al di fuori dei villaggi in cui era scoppiata l’epidemia, fermato solo dal fatto che colpiva regioni e agglomerati remoti e isolati dove uccideva la maggior parte della popolazione anche se l’isolamento e la mancanza di strade rendeva facile iniziare una quarantena. Per questo l’arrivo in una città popolosa e con rapidi collegamenti con l’esterno può essere preoccupante. Le condizioni di una grande città sono ideali per la trasmissione di un virus così aggressivo.
Cure e vaccini. Non ce ne sono, per ora. Anche se ci sono stati tentativi attraverso la trasfusione di individui colpiti ma sopravvissuti. Sono alla studio metodi estremamente avanzati, come la cosiddetta tecnologia antisenso, ma non si hanno ancora risultati clinici. A oggi – quando le vittime vengono immediatamente idratate, nutrite e curate con appositi farmaci antipiretici – c’è comunque una probabilità di sopravvivenza. I pazienti devono essere trattati per i loro sintomi, cercando di mantenere bassa la pressione e la febbre, controllando l’ossigenazione e l’equilibrio idro-elettrolitico e tenere sotto controllo eventuali sovrainfezioni.
Prevenzione. Non esistendo una cura, la prevenzione è molto importante: lavarsi le mani e seguire tutte le regole di una corretta igiene è importante, così come è necessario che il personale medico attui subito il protocollo per poter isolare i pazienti e tenere sotto controllo il virus, affinché la malattia non si diffonda.
Europaquotidiano.it,07/08/2014
Video EuroNews-Ebola: misure straordinarie contro epidemia, oltre 700 morti
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