Come la Cina usa l’intelligenza artificiale per controllare gli uiguri

Non è un mistero che la Cina sfrutti le tecnologie più sofisticate in chiave di sicurezza e di repressione del dissenso. Ma ora Pechino potrebbe aver fatto un ulteriore salto di qualità che non mancherà di provocare dibattiti e polemiche visto che le autorità cinesi hanno iniziato a “educare” l’intelligenza artificiale a riconoscere le persone su base etnico-razziale.

Nello specifico, stando a quanto riportato dal New York Times, avrebbero utilizzato un sofisticato software di riconoscimento facciale, che avrebbe scannerizzato già mezzo milione di persone in una sola città nell’ultimo mese, per tenere sotto stretto controllo la minoranza musulmana degli Uiguri, già oggetto di una pesante repressione che avrebbe portato almeno un milione di persone a essere segregato in campi di prigionia. Le violazioni dei diritti umani nei confronti della minoranza musulmana è stata oggetto di un recente appello firmato da politici e intelletttuali da tuto il mondo, dal Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa al fondatore di Medici senza frontiere Bernard Kouchner.

La nuova tecnologia, prodotta da una serie di startup cinesi attive nell’ambito del machine learning, sfrutterebbe le immagini raccolte dalla rete capillare di telecamere di sorveglianzapresente su tutto il territorio cinese per riconoscere e seguire gli individui che dalle loro sembianze facciali siano identificati come appartenenti alla minoranza di undici milioni di Uiguri residente nella regione occidentale dello Xinjiang, controllandone i movimenti e le occasioni sospette di incontro. Oltre ai temi legati all’utilizzo delle tecnologie di intelligenza artificiale in chiave di repressione e di sicurezza antidemocratica, la pratica fa della Cina un pioniere nel loro utilizzo per il riconoscimento sulla base dei tratti somatici, potenzialmente «rischiando di sfociare in una nuova era di razzismo automatizzato», sottolinea il quotidiano americano che ha raccolto le testimonianze di almeno cinque persone a conoscenza diretta del sistema.

Già oggi le autorità utilizzano il tracciamento del Dna nello Xinjiang, ma il nuovo sistema amplia il controllo a tutto il territorio nazionale, in particolare nei ricchi centri orientali di Hangzhou e Wenzhou e nella regione costiera del Fujian. In buona sostanza, nel processo di machine learning sono state date in pasto al software migliaia di fotografie di Uiguri in modo che il sistema potesse essere in grado di affinare il riconoscimento delle persone appartenenti alla minoranza musulmana, che ha tratti somatici simili alle popolazioni controasiatiche, ben diverse dalla maggioranza Han della popolazione cinese. Solo nell’ultimo mese nella città di Sanmenxi, lungo il Fiume Giallo sono stati scannerizzati 500mila volti alla ricerca di Uiguri.

Fonte: Il Sole 24ore,15/04/2019

English article,The Jakarta Post:

China using AI to identify Uighurs across China: NYT

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