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Cina-Vaticano-Una nuova e pericolosa “lotta per l’investiture” volge al termine.

Mentre tutti si affannano oggi negli archivi vaticani a cercare documenti che potrebbero provare una corresponsabilità del Papa Pio XII alla politica razziale del terzo Reich, Papà Bergoglio il 22 Settembre del 2018 firma col sanguinario Xi Jinping il cosiddetto “accordo sulla nomina dei vescovi”.

Forse siamo alla resa dei conti o forse no chi può dirlo! Forse solo il tempo ci darà ragione. Fatto sta che è davvero molto strano che un cardinale nel nello specifico il cardinale emerito di Hong Kong Joseph Zen della Chiesa ufficiale cattolica romana cerchi un dialogo col Papa e questi non trovi mai tempo da dedicare a lui. Eppure tutti sappiamo che in Cina ci sono due chiese la Chiesa ufficiale che è quella gestita dal regime comunista e quella “sotterranea” che invece è gestita dalla Curia romana.

Che questo Papa fosse un ammiratore ed estimatore delle politiche messe in campo dalle “ nuove sinistre” non è un mistero. Basti pensare all’ultimo Angelus e non solo, in cui spesso sostiene e appoggia le “politiche migratorie” del governo italiano. Probabilmente non si rende conto però di una cosa che può farlo perché l’Italia è una Repubblica democratica legittimata dal popolo.

In Cina non è così. In Cina non si vota in Cina non si può esprimere liberamente il proprio pensiero in Cina non si può professare alcuna religione perché vige l’ateismo di Stato in Cina se vieni scoperto a pregare finisci in un Laogai.
Il sedicente governo di Pechino oggi ha messo in campo una vera e propria persecuzione religiosa sia dei cristiani ma anche dei musulmani, dei tibetani dei monaci buddhisti; ma tutto questo pare che non abbia molto interesse nel mondo occidentale.

Eppure la Chiesa da sempre a cercato di mediare in tutto il mondo cercando interlocutori a volte anche in modo molto complicato e difficile. Allora viene da chiedersi una cosa come mai un cardinale riconosciuto dal Clero, il Card. Emerito Di Hong Kong Joseph Zen, fu un grande oppositore dell’accordo firmato il 22 settembre del 2018 tra Bergoglio ex XI Jinping?

Ma proprio il cardinale Zen, premio Nobel per i diritti umani [1], cerca ancora oggi a tutti costi un colloquio col Papa. Molto probabilmente anche perché teme un inasprimento del controllo sulle persone nella stessa Hong Kong che, ricordiamo, da circa un ventennio è tornata sotto il controllo cinese e negli ultimi anni ha perso ogni forma di libertà.

Purtroppo pare che anche questa volta non sia riuscito nel suo intento.

È rimasto solo! L’unico uomo che ha messo in luce tutte le ambiguità del rapporto tra Cina e Vaticano che già Benedetto XVI aveva cassato come “incompatibile con la dottrina Cattolica”. A noi non rimane altro che sperare che il Card Zen continui a resistere contro il rinforzo della Chiesa ufficiale filo partito comunista a discapito di quella «sotterranea».

di Giuseppe Manes,Arcipelago laogai : in memoria di Harry Wu,04/10/2020