Cina: telefonini tossici causano la morte di 100.000 operai

Il benzene utilizzato in produzione uccide ogni anno migliaia di operai. Due ong cristiane chiedono ai rivenditori svizzeri di impegnarsi “a monte”, favorendo l’utilizzo di alternative meno pericolose.

BERNA - Il benzene, utilizzato nella fase finale della fabbricazione di telefonini, è una sostanza che uccide. “Pane per tutti” e “Sacrificio Quaresimale” chiedono quindi ai rivenditori in Svizzera di assumersi le proprie responsabilità e di intervenire.

Mentre in Svizzera e in molti altri Paesi occidentali l’uso del benzene è proibito da molto tempo, a livello globale circa 300’000 persone sono intossicate dal benzene e ogni anno migliaia di loro muoiono. Ci sono milioni di operai cinesi che producono telefonini, smartphone, tablet e computer venduti in tutto il mondo. Solo in Cina si valuta che circa 100’000 siano morti finora in seguito a intossicazione da benzene, afferma un comunicato odierno delle due organizzazioni non governative cristiane.

Esse ricordano inoltre che, secondo le direttive internazionali dell’ONU e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), i rivenditori, anche se non fabbricano i telefonini, devono essere al corrente dei rischi nell’ambito dei diritti umani a cui si espongono le marche da loro vendute, e devono agire di conseguenza.

Con una petizione (www.stop-benzene.ch) le due ong chiedono quindi ai quattro maggiori rivenditori di cellulari in Svizzera (Swisscom, Sunrise, Salt e Mobilezone) di impegnarsi affinché i loro fornitori prendano misure per escludere il benzene dal processo di fabbricazione di materiale elettronico. Esistono alternative meno pericolose per la salute che «costerebbero meno di un franco supplementare per telefono», si legge nella nota odierna.

“Pane per tutti” e “Sacrificio Quaresimale” hanno condotto un’indagine per sapere se i rivenditori fossero coscienti della loro responsabilità in merito all’uso del benzene e che politica avessero in materia. Le due ong definiscono i risultati “deludenti”: «solo Swisscom riconosce il problema e prevede misure specifiche. Sunrise esita, ma si mostra aperta a una prima discussione. Salt e Mobilezone fanno orecchia da mercante e negano ogni responsabilità».

Attualmente - aggiungono - nessuna delle aziende ha una linea direttiva esplicita nei confronti dei fornitori riguardo l’uso del benzene, non chiedono di escluderlo dal processo di produzione e non esigono nemmeno una formazione o un equipaggiamento specifico per gli operai interessati.

Ticinonline,05/09/2016

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