Cina, le prime due scimmie clonate come pecora Dolly. “Geneticamente omogenei”. Vaticano: “Minaccia per futuro uomo” [video]

Finora ogni tentativo sulle scimmie era fallito perché i nuclei delle loro cellule differenziate contengono geni che impediscono lo sviluppo dell’embrione. Grignaschi (Istituto Mario Negri): “Si ridurrà numero di animali sacrificati per ogni esperimento”. Il teologo-bioetico Sgreccia: “Rischio che possa essere considerato il penultimo passo, prima della clonazione umana”.
Per la prima volta due scimmie sono state clonate con la tecnica della pecora Dolly. Zhong Zhong e Hua Hua sono stati “creati” tramite il trasferimento del nucleo di una cellula dell’individuo ‘da copiare’ in un ovulo non fecondato e privato del suo nucleo. Elio Sgreccia, teologo e storico portavoce del Vaticano sui temi della bioetica, la definisce “una minaccia per il futuro dell’uomo”.
Finora ogni tentativo di clonazione con questa tecnica sulle scimmie era fallito perché i nuclei delle loro cellule differenziate contengono geni che impediscono lo sviluppo dell’embrione. La loro nascita, avvenuta 6 e 8 settimane fa, è stato annunciata sulla rivista Cell dall’Istituto di neuroscienze dell’Accademia cinese delle scienze a Shanghai e apre alla possibilità di ridurre il numero di primati usati nella sperimentazione animale.
La replica del Vaticano – “Al contrario della ipotesi diclonazione umana, sulla quale la Chiesa non può che esprimere la sua condanna più forte e totale, sulla clonazione animale il magistero ecclesiastico non ha finora espresso una condanna esplicita, ufficiale, lasciando il tema alla valutazione responsabile degli scienziati”, spiega Sgreccia all’Andkronos. Ma, aggiunge il porporato, “non c’è dubbio che il passaggio dalla prima pecora Dolly ad altri animali e ora persino alla scimmia, ovvero a un primate così vicino all’uomo, rappresenta un autentico attentatoal futuro dell’intera umanità”. “C’è il fortissimo rischio che la clonazione della scimmia possa essere considerato come ilpenultimo passo, prima di arrivare alla clonazione dell’uomo – conclude l’ex presidente della Pontificia Accademia per la Vita– evento che la Chiesa non potrà mai approvare”.
La tecnica – Quella utilizzata negli Usa nel 1999 consente di generare al massimo quattro cloni per volta. Molti in passato hanno provato ad usare la tecnica impiegata nel 1999 per la pecora Dolly, che permette di creare un numero maggiore di cloni attraverso il trasferimento del nucleo di una cellula dell’individuo ‘da copiare’ all’interno di un ovulo non fecondato e privato del suo nucleo. A differenza di quanto accaduto con altri mammiferi, come topi e bovini, nelle scimmie ogni tentativo era fallito, perché nei nuclei delle loro cellule differenziate sono presenti dei geni ‘spenti’ che impediscono lo sviluppo dell’embrione. I ricercatori cinesi sono riusciti per la prima volta a riattivarli grazie a ‘interruttori’ molecolari creati ad hoc, aggiunti dopo il trasferimento del nucleo. La percentuale di successo è stata poi ulteriormente aumentata prelevando il nucleo da cellule fetali invece che da cellule di esemplari adulti.
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