Cina, la carta d’identità sui social completa il controllo digitale

Anche i documenti caricati sui profili WeChat. Così il governo può accedere a check-in negli alberghi, biglietti, scuole, apertura di conti in banca. Per monitorare in tre anni 1 miliardo e 400 milioni di persone.

È la prima volta in assoluto. Il documento di identità legato a un profilo social. Succede in Cina, in un distretto di Guangzhou, la metropoli da oltre 14 milioni di abitanti a Sud della Cina che un tempo si chiamava Canton. È una curiosa commistione tra pubblico e privato che verrà presto estesa a tutto il Paese. Ad annunciarlo è stata Xinhua, l’agenzia di stampa di Stato: le identità personali verranno caricate sui profili WeChat che già ha 902 milioni di utenti attivi. Intanto il suo titolo in Borsa è raddoppiato in meno di un anno.

TUTTO IN MANO AL COLOSSO TENCENT. La Commissione per lo sviluppo e le riforme nazionali ha spiegato le linee guida della sperimentazione. Gli utenti potranno caricare sulla app una foto del loro volto, il numero della carta di identità e tutte le altre info connesse. L’idea è la stessa che ha trasformato WeChat da essere semplicemente una risposta cinese a WhatsApp a una sorta di coltellino svizzero della telefonia mobile: fare in modo che gli utenti non sentano più la necessità di uscire dall’applicazione. E mentre il social network, che fa capo al colosso It Tencent, raccoglie i dati, il governo riesce a controllare in maniera sempre più capillare i suoi cittadini.

Dai Big Data al Big Brother è il caso di dire. Con il portafoglio virtuale di WeChat si può fare la spesa online e offline, ma ci si possono anche scambiare soldi tra utenti, pagare le bollette, il taxi o i biglietti del treno. Significa che Tencent conosce perfettamente le abitudini di oltre centinaia di milioni di cinesi.

CONTROLLO SU NOTIZIE, CIBO, LAVORO. Sa dove e a che ora si svegliano, quali notizie controllano mentre fanno colazione. Con quale mezzo di locomozione vanno al lavoro e quanto tempo ci impiegano. Sa cosa mangiano a pausa pranzo, e se escono oppure ordinano in ufficio. Sa chi sono i colleghi di lavoro, le persone con cui interagiscono di più, quelle a cui mandano foto e video.

VERIFICA SU CONTENUTI «NON ARMONICI». Sa dove abitano, se per il fine settimana vanno fuori città. Sa se fumano, se fanno la spesa per figli o genitori, se viaggiano, se quando viaggiano hanno incontri occasionali e, eventualmente, anche con chi. Ma sa anche se chattano di politica o se condividono contenuti «non armonici al sistema».

L’obiettivo fissato da Pechino per il 2020 è il “credito sociale”, un sistema che valuti con ogni strumento disponibile il comportamento di tutte le persone fisiche o giuridiche che risiedono nella Repubblica popolare

Da oggi a tutto questo si aggiunge la carta di identità, ovvero altri dati da incrociare: check-in negli alberghi, biglietti, scuole frequentate, ma anche l’apertura di un conto in banca o l’iscrizione a un corso o a programmi di supporto sociale. Si inserisce tutto nell’obiettivo fissato da Pechino per il 2020: il “credito sociale”, ossia un sistema che valuti con ogni strumento disponibile il comportamento di tutte le persone fisiche o giuridiche che risiedono nella Repubblica popolare.

FANTASCIENZA CHE DIVENTA REALTÀ. Per quella data, secondo il governo, «la fiducia regnerà sotto il cielo perché sarà difficile per chi è stato screditato compiere anche un singolo passo». Quello cinese è di fatto il più ambizioso esperimento di controllo digitale nel mondo e, se tutto va secondo i piani quinquennali, in meno di tre anni coinvolgerà quasi 1 miliardo e 400 milioni di persone. La fantascienza più spinta sta per diventare realtà.


Fonte: Lettera 43, 7 gen 17

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