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Cina, il partito comunista licenzia il direttore dello Xinjiang Daily per aver criticato il Partito.

Zhao Xinwei era direttore dello Xinjiang Daily dal 2011. Ora il Partito comunista cinese, cui il giornalista era regolarmente iscritto, lo ha licenziato. Motivo? Aver espresso, a detta delle autorità, “irresponsabili considerazioni” sul suo giornale, ricorrendo a un termine che, di fatto, indica la corruzione.

 

Zhao Xinwei ex direttore Xinjiang Daily

È subito scattata, quindi, l’accusa di “gravi violazioni disciplinari”, come si legge in un comunicato apparso sul sito dell’organo di controllo governativo per lo Xinjiang.

L’epurazione è frutto delle nuove linee guida fissate a Pechino per punire coloro che si discostano dalle direttive del Partito. Per poter ricoprire qualsiasi incarico in Cina bisogna non solo avere la tessera, ma anche attenersi fedelmente ai dettami del Comitato centrale. La colpa di Zhao è stata quella di aver fatto “irresponsabili dichiarazioni su decisioni e provvedimenti di capitale importanza”, si legge ancora in un documento redatto dalla commissione centrale per lo Xinjiang che vigila sulla disciplina degli iscritti, pubblicato ieri.

Il giornalista si è reso colpevole di commenti su “separatismo, violenza e terrorismo, su estremismo religioso ed altre importanti questioni di principio”. Zhao ha quindi perso il lavoro, a conclusione dell’inchiesta sulla sua condotta lanciata all’inizio dell’anno. C’è però un altro aspetto dell’intera vicenda che va considerato: la remota regione dello Xinjiang, dove viene pubblicato il giornale finora diretto da Zhao, ha vissuto in passato diversi momenti di tensione, con proteste e scontri fra i suoi abitanti e le autorità centrali; è qui, infatti, che si concentra l’etnia “separatista” degli uiguri, una minoranza di fede musulmana perseguitata dal Partito comunista.

Attivisti per i diritti umani fanno sapere che le violenze sono provocate dalla polizia, che riserva un duro trattamento nei loro confronti. Il governo promuove campagne contro le pratiche religiose, come l’uso del velo da parte delle donne. I leader comunisti hanno messo in guardia i funzionari di tutta la nazione per vigilare su commenti e considerazioni che si discostino dalla linea ufficiale del Partito: a ciò si devono le nuove linee guida, rese note una settimana fa. Le direttive, dicono le autorità, servono a “punire chi diffama le politiche e i piani assunti dal governo centrale”, in un più vasto giro di vite contro il dissenso verso il presidente Xi Jinping. La cacciata di Zhao dalla direzione dello Xinjiang Daily appare quindi come il primo atto di questa nuova campagna “moralizzatrice”.

Il Messaggero.it,02/11/2015

English article;The Guardian: