CINA: Le dichiarazioni ufficiali sugli arresti provocano le repliche degli avvocati cinesi
Lu Chen.Epoch Times, 05.04.2014
Nella provincia settentrionale dell’Heilongjiang le autorità cinesi hanno fatto la loro prima dichiarazione ufficiale sulla recente detenzione di quattro avvocati. Subito ha incontrato lo strenuo rifiuto di uno di questi, Zhang Junjie, che l’ha definita un tentativo di «confondere la gente».
La comunicazione, emessa dall’Ufficio di pubblica sicurezza di coltivazione territoriale di Jiansanjiang che ha arrestato gli avvocati, accusa loro di aver «incitato e radunato» 38 tra praticanti del Falun Gong e loro familiari all’esterno dell’Ufficio generale di Formazione di base legale del dipartimento «per creare disordini».
Nella foto: 28 marzo 2014: avvocati e cittadini protestano fuori da un centro di detenzione dove sono trattenuti i quattro avvocati arrestati a Jiansanjiang nella provincia dell’Heilongjiang, sollecitando la polizia a concedere ai legali di far visita ai detenuti
La circolare è stata ripubblicata da Xinhua e da molti altri portali di notizie cinesi. Xinhua, l’agenzia portavoce delle autorità centrali, l’ha in seguito cancellata dal suo sito, suggerendo tuttavia che ci possa essere una mancanza di certezza su come il Partito Comunista dovrebbe rispondere alle proteste.
La comunicazione ha accusato gli avvocati di aver urlato slogan in sostegno del Falun Gong, che ha definito una’setta’, l’etichetta ufficiale di propaganda utilizzata dal Partito Comunista Cinese per attaccare la pratica spirituale.
Zhang ha replicato su Sina Weibo [la versione cinese di Twitter, ndt]: «Nessuno ha gridato alcuno slogan in favore di una ‘setta’ e nessuno ha sostenuto alcun tipo di organizzazione. È stato semplicemente richiesto il rilascio di persone detenute illegalmente. Non cercate di servirvi di una comunicazione per confondere la gente».
Zhang è stato rilasciato dalla detenzione il 27 marzo ed è andato dritto in ospedale. Ha dichiarato di aver riportato tre fratture alla colonna vertebrale a seguito del pestaggio e delle torture subite in carcere.
Era uno dei quattro ben noti avvocati difensori dei diritti umani che hanno richiesto la liberazione dei praticanti del Falun Gong detenuti nella ‘prigione nera‘ [centri di detenzione senza alcun status giuridico, di Jiansanjiang, una città Nord-orientale della Cina.
Il trattamento subito dagli avvocati ha provocato indignazione negli ambienti giuridici cinesi e nella società, con sempre più avvocati, cittadini e attivisti intenti a denunciare e a far chiudere le prigioni nere e i luoghi illegali di tortura.
Il Falun Gong è una disciplina spirituale tradizionale che in Cina viene perseguitata. Nel corso degli anni 90 ha interessato settanta milioni di praticanti, numero che è stato ritenuto troppo consistente da Jiang Zemin, l’ex leader comunista, che ordinò di sradicare la pratica.
Negli ultimi 15 anni i praticanti hanno sostenuto una resistenza non violenta alla campagna e negli ultimi anni hanno acquisito una vasta circoscrizione di sostenitori che oggi hanno il coraggio di ribellarsi pubblicamente alle autorità.
Diversi anni fa in Cina era impensabile per un avvocato stare fuori da un centro di lavaggio di cervello e urlare: «La detenzione è illegale!» e «State abusando del potere e calpestando la legge. Finirete come Li Dongsheng e Zhou Yongkang!», un riferimento a due funzionari della sicurezza che sono stati eliminati dalla nuova leadership.
Zhang ha raccontato di essere stato interrogato ogni giorno durante la detenzione e di essere stato minacciato di revoca della sua licenza. Hanno tentato di costringerlo ad ammettere di aver urlato slogan a sostegno del Falun Gong. «Ho detto loro: io non posso inventarmi le cose. Non voglio essere come voi che avete perso la coscienza di base degli esseri umani e diffamate gli altri».
Quello di ‘Jiansanjiang’ è diventato uno degli argomenti più discussi su Sina Weibo, il più grande social media in Cina, con un gran numero di avvocati e di utenti che condannano il furfantesco trattamento elargito dalle autorità.
Zhang Lei, un altro avvocato e sostenitore ha scritto: «Non importa quanto la situazione a Jiansanjiang sia violenta e orribile, la Cina ha noi avvocati. Noi non abbiamo paura».
Fonte,Epoch Times- http://www.epochtimes.it/news/le-dichiarazioni-ufficiali-sugli-arresti-provocano-le-repliche-degli-avvocati-cinesi—125934
English version:
Official Claims on Arrests Brings Chinese Lawyer’s Retort
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