Cina. A 25 anni dalla strage di Tienanmen, il Dalai Lama ha rilasciato un raro commento in cui ha chiesto ai leader cinesi di «pentirsi» di quei massacri e ha lanciato un appello per riforme democratiche.
«Prego per i martiri, coloro che sono morti per la libertà, per la democrazia e per i diritti umani», ha dichiarato il leader spirituale tibetano a Initiatives for China, un gruppo con base a Washington che sostiene una transizione democratica pacifica in Cina.
«Sono stati compiuti grossi sforzi per integrare il Paese nell’economia mondiale, ma credo sia ugualmente importante incoraggiare la Cina a inserirsi nella corrente della democrazia globale», ha aggiunto il Dalai Lama che proprio nel 1989 fu insignito del premio Nobel per la Pace.
«Nel giorno dell’anniversario dei giovani martiri della Cina, preghiamo per i leader di oggi affinché i loro cuori possano liberarsi dalla paura e toccare quelli delle vittime e dei loro parenti, e si pentano del massacro».
Parole, queste, subito condannate dal portavoce del ministero degli Esteri Hong Lei:
«È chiaro a tutti chi sia il Dalai Lama, la sua dichiarazione ha secondi fini». In esilio a Dharamsala, in India, dal 1959 - 9 anni dopo l’invasione cinese in Tibet - il Dalai Lama è da allora nel mirino di Pechino che lo definisce «un lupo travestito da monaco» che punta alla costruzione di un “Grande Tibet” staccato dalla Cina. Dal canto suo, il leader spirituale sostiene di volere solo il rispetto della cultura e religione tibetana.
Metro news,04/06/2014
English version,Reuters:
Dalai Lama, on Tiananmen anniversary, urges China to embrace democracy [1]