Cina attrae gli investimenti, causa la delocalizzazione produttiva, la chiusura di stabilimenti, la disoccupazione e il “made in Italy” che non c’è più
In Cina il basso costo del lavoro nasce principalmente dal lavoro forzato dei laogai e dallo sfruttamento umano nelle fabbriche lager. In questo paese la dittatura commette crimini mostruosi e sfrutta il proprio popolo a vantaggio di una ridotta nomenclatura di partito.
Attraggono gli investimenti per pretendere poi il tacito assenso dell’Occidente alla sua sistematica violazione dei diritti umani.
Nel contesto dell’economia mondiale , vista l’attuale crisi dalla quale molto faticosamente si tenta di uscire si può affermare che una delle cause principali della crisi economica italiana e non solo è l’atteggiamento tollerante dell’Unione Europea e dei nostri governi di aver permesso l’invasione dì prodotti cinesi in Europa.
Inoltre la Cina continua a mantenere il valore della sua moneta (lo yuan,detto anche renmimbi) basso per non far diminuire le esportazioni. Il governo cinese sostiene le imprese esportatrici mediante agevolazioni fiscali, bassa tassi d’interesse e l’uso gratuito della terra.
Come se ciò non bastasse , anche l’UE regala annualmente centinaia di milioni di euro al paese asiatico e gli concede agevolazioni fiscali.
Intanto l’Europa importa dalla Cina il triplo di quello che esporta verso il paese asiatico e l’Italia è uno dei paesi più danneggiati, all’interno dell’UE, dall’invasione dei prodotti cinesi in tutti i settori: agricolo, tessile, mobili da cucina, oreficeria, calzature, vestiario, elettrodomestici etc… sia nel mercato interno sia nell’esportazione.
E’ del febbraio 2010 la denuncia della Coldiretti per l’invasione dei mercati internazionali di prodotto agroalimentari cinesi, soprattutto pomodori, che vengono spacciati “made in Italy”.
Sempre più aziende italiane inaugurano nuovi stabilimenti nel paese asiatico. E’ sufficiente dare uno sguardo alle cronache per comprendere la portata di queste “diserzioni”.
E’ recente la notizia del gruppo Stevanato di Piombino Dese (Padova), che produce tubofiale per insulina e contenitori in vetro per uso farmaceutico con il marchio Ompi, rafforza la sua presenza in estremo oriente con l’inaugurazione ufficiale del nuovo stabilimento produttivo “Ompi of China” a Zhangjiagang, in Cina. Nella realizzazione del nuovo polo produttivo nel paese del Dragone, la Stevanato ha già investito 27 milioni di euro, è attualmente il primo produttore al mondo di tubofiale per insulina destinata al trattamento del diabete …. (fonte TMnews, 25 Giugno 2014).
Quali sono le conseguenze di questo atteggiamento?
La delocalizzazione della produzione, la chiusura di stabilimenti, la perdita di occupazione, indebitamento dei Governi, la cassa integrazione.
Si è dato inizio con l’importare materie prime dall’estero per produrre prodotti “Made in Italy”. Successivamente si è passati ad acquisire direttamente marchi storici e ora stiamo assistendo alla chiusura degli stabilimenti italiani per trasferirli all’estero.
Sono proprio i prestatori d’opera, i salariati, le vere vittime dell’espansione economica cinese, in quanto le multinazionali comprano a basso prezzo in Cina, rivendono al decuplo in Italia e licenziano i dipendenti e i socio-collaboratori italiani troppo costosi
Non è in gioco solo il prodotto “Made in Italy” che deve essere valorizzato e recuperato, stiamo parlando di imprese che fatturano complessivamente milioni se non miliardi di euro (all’estero), fuggite per l’assenza di una politica seria dello stato italiano orientata allo sviluppo delle imprese
In Italia, oltre a mancare un piano industriale da decenni, manca la volontà di avviare politiche di lungo periodo per salvare la produzione e l’occupazione.
I nostri politici, anziché difendere l’occupazione in Italia, si prodigano per creare condizioni favorevoli a chi vuole delocalizzare in paesi dove il salario medio dell’operaio (sfruttato e non tutelato) è di poche decine euro al mese!
Appare inverosimile ma tutti i governi, di sinistra o di destra, danno sempre l’impressione di lavorare contro gli interessi del popolo italiano e dell’economia nazionale.
Gianni Taeshin Da Valle, Laogai Research Foundation, 14/07/2014
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