BELTRAMI: Soldi in Cina? Scelta giusta, ma non mia

L’assessore provinciale alla solidarietà internazionale Lia Beltrami Giovanazzi difende la scelta di sostenere con un finanziamento di 300 mila euro la realizzazione di un centro per giovani emarginati ad Hangzhou (nella foto), in Cina, anche se fa intendere che la scelta non è sua, ma del servizio solidarietà internazionale. Riportiamo la testimonianza di Yuting Zhang, una ragazza di 20 anni di Hangzhou che studia al conservatorio Bonporti di Trento, secondo cui la sua città natale è la più ricca di tutta la Cina.
Assessore, perché utilizzare i soldi della Provincia in una zona come questa?
«Nel mondo ci sono alcune aree con un Pil altissimo in cui questo tasso di crescita fa sì che la maggior parte della gente viva in uno stato di povertà assoluta. La Cina è uno di questi Paesi con uno dei più alti tassi di analfabetismo, un grave disagio sociale fra i giovani e un forte sfruttamento del lavoro minorile. E poi non scegliamo noi dove andare a realizzare i progetti. Ci sono 210 associazioni trentine che scelgono da sole dove intervenire. Se il progetto e l’associazione sono seri, noi lo finanziamo. Premesso che i rapporti li preparano i tecnici, è questo il caso del centro di Hanghzou, proposto da Vis, una delle ong più importanti a livello internazionale guidata dal trentino Massimo Zortea e legata ai Salesiani. Nello Sri Lanka, dopo lo tsunami, hanno realizzato lavori stupendi. Il progetto per la Cina è molto serio e verrà realizzato in un luogo caratterizzato da un livello di povertà altrettanto forte. Quali elementi avevamo per dire no?».
La Cina, però, non brilla per rispetto dei diritti umani.
«Io rispondo soltanto dei progetti. Se i Salesiani si espongono a sostenere questo progetto, avranno le loro buone ragioni. Spesso proprio in queste realtà sono le famiglie cristiane a soffrire di più sotto il profilo economico. Accade lo stesso in Pakistan, dove i giovani cristiani non possono portare a compimento i loro studi».
Ma il centro di Hangzhou sarà aperto soltanto ai giovani cristiani?
«No, sarà aperto a tutti i cinesi. Però, ripeto, questo progetto non l’ho seguito di persona. Io ricevo le carte dagli uffici».
Come scegliete i progetti da finanziare?
«C’è un bando, che scade ad ottobre, per finanziare diversi tipi di intervento. E tutti i progetti vengono valutati in base a tantissimi criteri. Se ne occupa un gruppo di lavoro di cinque persone che trascorrono le giornate a valutare i progetti, prima singolarmente e poi confrontandoli fra di loro. Io vedo il loro lavoro soltanto alla fine, quando hanno stilato e approvato la graduatoria. A quel punto possiamo solo vedere quanti sono i progetti finanziabili in base al budget a disposizione».
Il progetto di Hangzhou esula però da queste valutazioni perché rientra fra gli interventi diretti della Provincia.
«In casi come questo la valutazione è un po’ più approfondita e vengono chieste garanzie in più. Inoltre possono essere progetti sperimentali da trasformare in modelli da rendere esportabili in altre zone del mondo e attuabili da altre associazioni. Anche la Provincia, insomma, può fornire le sue indicazioni, dopo che i progetti sono stati visionati dai nostri tecnici. E i finanziamenti più importanti li presentiamo in una conferenza stampa con i referenti delle associazioni. Lo abbiamo fatto ad ottobre anche per Hangzhou con l’avvocato Massimo Zortea. La determinazione per il contributo era pronta già il giorno dopo ma il dirigente (Marco Viola, ndr), andando in pensione, probabilmente si è dato una tempistica diversa».
Ma sui progetti fate una valutazione anche quando sono stati conclusi?
«Quando io sono arrivata, lo si faceva molto poco. Ora siamo riusciti a semplificare la rendicontazione e a rendere i tecnici più liberi di compiere viaggi campione di verifica. Finora sono andati tutti bene. Vorrei riuscire a intensificarli ulteriormente, non solo per controllare i risultati ma anche per dare più forza ai progetti con la nostra presenza».

Per maggiori dettagli leggi l’articolo Il Trentino aiuta la Cina con 300mila euro.

In risposta al progetto di realizzazione di un centro per giovani ad Hangzhou, leggi l’articolo pubblicato su L’Adige.

Fonte: L’ Adige, 21 dicembre 2010

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