Liang Jinfeng (soprannominato Xinxin) ricorda ancora quel venerdì pomeriggio quando aveva solo tre anni che sua madre l’ha lasciato a casa di sua nonna. Gli disse che sarebbe passata a prenderlo il giorno successivo. Tuttavia sono trascorsi otto mesi prima che il bambino potesse vedere nuovamente sua madre e suo padre, ed è stato quando sono stati processati per aver rifiutato di rinunciare alla propria fede. Da quel venerdì pomeriggio la vita di Xinxin è cambiata per sempre. Adesso ha nove anni e vive con sua nonna fuori dalla Cina.
nella foto il piccolo Xinxin
“Papà, mamma, aprite la porta!”
Il 20 agosto 2010 la madre di Xinxin ha lasciato suo figlio a casa di sua nonna. Quando il bambino dopo due giorni ha visto che non era tornata a riprenderlo, è diventato ansioso. La mattina seguente Xinxin e sua nonna hanno intrapreso un viaggio di due ore per recarsi a casa dei suoi genitori nella città di Guangzhou (provincia del Guangdong).
Hanno trovato la porta d’ingresso sigillata da poco con un lucchetto e del nastro segnaletico colorato.
Xinxin pensava che i suoi genitori fossero in casa e continuava a chiamare: “Papà, mamma, aprite la porta! Sono a casa!”.
Sua nonna comprendeva che era successo qualcosa ed ha cercato di convincerlo ad andare via, tuttavia il bambino continuava a bussare alla porta, gridando: “Aprite la porta per favore, mi mancate tanto!”.
Xinxin e sua nonna si sono recati allora alla stazione di polizia locale ed hanno scoperto che la sera prima i suoi genitori erano stati arrestati e la loro abitazione era stata saccheggiata.
Da quel momento Xinxin ha pianto quasi tutti i giorni ed ha chiesto a sua nonna di riportarlo a casa sua per cercare sua mamma e suo papà. Un bambino un tempo felice era adesso diventato taciturno, irritabile e asociale.
Attaccato dal maestro della scuola materna
La signora Luo Jinfeng, nonna di Xinxin, non aveva alcun reddito. Per salvare sua figlia e suo genero, l’anziana ha trascorso le sue giornate recandosi in tribunale, alla stazione di polizia e all’ufficio della procura (*). Ha anche cercato di trovare degli avvocati che potessero occuparsi del caso di sua figlia.
Con tutti questi impegni non aveva tempo per prendersi cura di Xinxin e così l’ha mandato alla scuola materna.
Tuttavia il bambino non era felice a scuola e piangeva tutti i giorni.
Diceva al maestro: “Mi mancano tanto mia mamma e mio papà. Ho paura che non mi vogliono più. Ho paura che anche mia nonna non mi vuole più”.
Una volta l’insegnante si è fortemente irritato a causa del pianto di Xinxin e di conseguenza l’ha schiaffeggiato e rimproverato ad alta voce.
Un’altra volta, poiché il bambino non si era comportato bene durante una gara, il maestro si è arrabbiato e l’ha schiaffeggiato di nuovo. Dopo molti anni Xinxin ricorda ancora quell’episodio.
Ha gridato ai suoi compagni di classe: “Mi ha colpito così forte!”. Ma il suo insegnante non aveva alcuna compassione.
Egli diceva agli altri bambini: “Lui è figlio di un anti-rivoluzionario! Se lo merita”.
Dopo due mesi, terrorizzato dall’idea di essere picchiato e rimproverato di nuovo, Xinxin ha smesso di andare alla scuola materna.
Mamma e papà sono tornati, ma la vita non è più come prima
Xinxin ha pianto e ha confidato a sua nonna che non voleva più rimanere in quella casa.
Nel giugno del 2015 la nonna di Xinxin ha presentato una denuncia penale contro Jiang Zemin, l’ex leader del Partito Comunista Cinese, accusandolo della sofferenza che la sua famiglia ha sopportato. Anche il bambino ha firmato il documento.
Scenario
Nel 1999 Jiang Zemin, come capo del Partito Comunista Cinese, contro la volontà degli altri membri del comitato permanente del Politburo, lanciava la violenta repressione del Falun Gong.
Nel corso degli ultimi 16 anni migliaia di praticanti del Falun Gong sono stati torturati a morte. Il bilancio attuale è probabilmente più alto poiché tale informazione viene strettamente censurata in Cina. Molti sono stati torturati per la loro fede e molti altri uccisi per i loro organi. Jiang Zemin è direttamente responsabile di aver dato inizio e condotto questa brutale persecuzione.
Il 10 giugno 1999, sotto la sua personale direzione, il Partito Comunista Cinese ha istituito un organo di sicurezza extralegale, l’Ufficio 610. Quest’organo ha la precedenza sulle forze di polizia e sul sistema giudiziario nello svolgimento degli ordini di Jiang per quanto riguarda il Falun Gong: “Rovinare la loro reputazione, distruggerli economicamente ed eliminarli fisicamente”.
La legge cinese permette che i cittadini ricorrano alle cause penali e molti praticanti stanno ora esercitando tale diritto sporgendo denunce penali contro l’ex dittatore.
Clearharmony,28/10/2016
English version,Minghui: