Kazakistan, tutti i ricercati del Presidente
Il ‘caso Shalabayeva’, che ha mostrato la fragilità della condizione dello straniero in Italia e la permeabilità dei vertici della Polizia di Stato alle pressioni ‘anomale’ di un governo estero, è in realtà solo un episodio di una campagna globale voluta dal presidente kazako Nazarbayev: il tentativo di far rientrare nel Paese e incarcerare ad ogni costo tutti gli esuli che continuino a svolgere un’attività politica di opposizione.
Questa ondata repressiva ha la sua origine nella tragedia avvenuta il 16 dicembre 2011 nella regione petrolifera di Zhanaozen, presso il mar Caspio, quando l’uccisione da parte delle forze dell’ordine di 14 pacifici manifestanti che chiedevano condizioni di lavoro sostenibili rovinò le celebrazioni del ventennale dell’indipendenza. Da anni intento a sacralizzare la propria personalità (anche con la proclamazione di feste nazionali come la «Giornata del Primo Presidente» e il «Compleanno del Padre della Nazione»), Nazarbayev decise prima di qualsiasi processo che i responsabili ‘dovevano’ essere gli oppositori politici…(…)
The Epoch Times, 31 Luglio 2013
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