Antartide: la Cina mette la quinta

Mentre il Polo Sud è soggetto a un progressivo e incessante scioglimento dei ghiacciai, nel resto del pianeta crescono le tensioni tra i Paesi firmatari del Trattato Antartico, l’accordo internazionale siglato nel 1959 che regola l’utilizzo delle parti disabitate di quella regione. Le ragioni sono da ricercarsi nella Cina e nella sua crescente influenza sulle terre ghiacciate.

I 45 Paesi aderenti al Trattato hanno accettato di rinunciare allo sfruttamento economico di quello che viene chiamato “il Sesto Continente” e di collaborare, in ambito scientifico, per lo sviluppo pacifico e la preservazione di questo ecosistema unico.

Tuttavia, nello scacchiere geopolitico dell’Antartide, l’annuncio della costruzione di una quinta stazione di ricerca da parte della Cina ha allarmato governi, analisti e accademici di tutto il mondo. Una preoccupazione derivata dal fatto che Pechino ha aperto una quarta base (vedi foto) soltanto un anno fa. Un progetto che permette alla Cina di balzare di colpo al secondo posto nella classifica dei Paesi con più centri di ricerca al Polo Sud, alle spalle degli Stati Uniti (6) e davanti all’Australia (3). Un dato ancora più d’impatto se teniamo conto che fino al 1985 il Gigante Asiatico non aveva una sola base in queste terre desolate. Parallelamente a questa strategia, fatta di piccoli avamposti di ricerca scientifica, Pechino ha di recente inaugurato una nave rompighiaccio da 300 milioni di dollari e una flottiglia di aerei ed elicotteri da trasporto costruiti appositamente per operare in un ambiente estremo come quello dell’Antartide.

È evidente come la Cina non stia nascondendo la propria volontà di essere presente in questo scenario. Per questo motivo, lo scorso novembre, il Primo Ministro cinese Xi Jinping ha visitato l’isola di Tasmania, lembo meridionale dell’Australia, a soli 3000 chilometri dalle coste antartiche. La visita è stata l’occasione per firmare un accordo quinquennale con il capo del governo australiano Tony Abbott, che permetterà agli aerei e alle navi cinesi dirette in Antartide di fermarsi in Tasmania per fare rifornimenti di cibo e carburante.

Ma vediamo quali sono gli obiettivi del Paese più popolato del mondo in una regione come il Polo Sud? Essenzialmente:

- Cibo: le zone di pesca antartiche sono ancora praticamente vergini.

- Acqua: l’Antartide rappresenta la più grande massa d’acqua dolce sul pianeta.

- Petrolio: si stima che sotto ai ghiacci antartici si nasconda la più vasta riserva di petrolio del mondo, circa 200 miliardi di barili.

Difficile capire cosa aspettarsi dal futuro. Mentre la Cina continua a fare le sue mosse, tra l’incertezza e lo stupore degli altri Paesi, c’è un’unica certezza: il Trattato Antartico scadrà nel 2048. Se l’accordo non verrà rinnovato, chi si sarà piazzato meglio in questo cinquantennio avrà le migliori chance per accaparrarsi l’ultima terra senza padrone.


Fonte: Matteo Sapienza, smartweek.it

English article: NYtimes, China, Pursuing Strategic Interests, Builds Presence in Antarctica

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