Ancona, scoperto un traffico internazionale di silicio

Un traffico internazionale di silicio metallico, minerale utilizzato in tutti i settori della chimica, importato illegalmente in Italia dalla Cina, è stato scoperto dalla Guardia di finanza di Ancona, che ha denunciato 15 persone e accertato una truffa all’erario da 3,5 milioni di euro. Oltre 2,5 milioni di kg di minerale sono stati sequestrati dalle Fiamme gialle nell’ambito dell’inchiesta, coordinata dalla procura di Macerata. Le Ue applica sul silicio metallico di provenienza cinese un dazio antidumping pari al 49% del valore del prodotto. L’organizzazione criminale, composta da italiani e romeni, acquistava il silicio in Cina e via mare lo trasportava in Romania, nella zona franca del porto di Costanza. In Romania venivano preparati certificati falsi di provenienza, ottenuti anche corrompendo pubblici ufficiali. Una volta che i carichi di minerale giungevano in Italia, attraverso i valichi doganali di Trieste e Fernetti, la banda li sdoganava con i documenti falsi, vincolando poi il materiale al regime del deposito fiscale Iva, cioè con la tassazione differita al momento dell’utilizzo concreto. In realtà, il silicio veniva subito commercializzato nelle Marche e in Lombardia attraverso il sistema delle frodi ‘carosellò, cioè in regime di contrabbando e di evasione doganale e dell’Iva. Per trasportare il metallo l’organizzazione si serviva di autoarticolati romeni, posti anche questi sotto sequestro. Tre le società marchigiane coinvolte nel giro illegale, mentre la Gdf ha accertato un’evasione complessiva di Iva e Irap pari a 5 milioni di euro. Per i 15 indagati l’accusa è di concorso in contrabbando, truffa ai danni dello Stato, falsità ideologica, emissione di fatture false o inesistenti.

Fonte: Corriere Adriatico, 6 marzo 2010

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