Ai Weiwei in appello sulle tasse per svergognare il sistema cinese

L’artista e attivista Ai Weiwei ha dichiarato oggi che la sua battaglia contro le autorità fiscali di Pechino è una “opportunità” per svergognare il tipo di regime che vige nel Paese. “Possiamo usare questa occasione – ha detto ad alcuni giornalisti - come una possibilità perché il mondo comprenda con che tipo di sistema esso ha a che fare. È una vera opportunità”. Ai, che ha subito il carcere per 81 giorni in un luogo segreto, ha detto di essere pronto a sfidare l’accusa di evasione di cui è fatto oggetto, essendo essa prodotta per motivi politici. Ai, 54 anni, doveva pagare entro oggi 15 milioni di yuan in tasse evase in questi anni da parte di una società che la legami con lui. L’accusa è emersa solo dopo la sua liberazione nel giugno scorso, e dopo che lui non ha smesso – contrariamente alle richieste della polizia - di avere colloqui e incontri coi giornalisti. Per appellarsi contro il pagamento, egli doveva pagare entro ieri almeno la metà dell’importo, 8,25 milioni di yuan, che egli è riuscito a raccogliere grazie a donazioni giunte dai suoi amici e sostenitori, che sono arrivati fino a lanciare mazzi appallottolati di banconote nel cortile della sua casa. L’artista, noto per aver partecipato al design dello stadio “Nido d’uccello”, è una delle personalità più famose nel criticare le ingiustizie del regime verso gli operai, i migranti, i dissidenti ed è impegnato per la democrazia. Il caso di Ai ha creato una forte solidarietà fra dissidenti, attivisti e gente comune. Nei giorni scorsi, la pubblica sicurezza ha fatto pressioni verso altri dissidenti come Hu Jia perché non pubblicizzasse il caso e per evitare che la gente andasse a casa di Ai Weiwei a portare il denaro.

Fonte: Asia News, 16 novembre 2011

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